2015-03-30 08:00:00

"Oltre il Labirinto" per dare un futuro agli adulti autistici


L'autismo è una sindrome troppo spesso associata all'età infantile. La fondazione "Oltre il Labirinto" si preoccupa di dare un futuro agli adulti autistici che non possono più ricevere le attenzioni della famiglia. In occasione della Giornata mondiale dell'autismo, il prossimo 2 aprile, verranno raccolti i fondi per il villaggio "Godega 4Autism", primo esempio europeo di "cohousing", un distretto abitativo dotato di laboratori ed aree verdi. L'intervento di Mario Paganesi, direttore della fondazione, al microfono di Claudia Minici:

R. – Dare dei numeri dell’autismo non è ancora così semplice. Ci riferiamo a numeri internazionali: un nuovo bambino su 110 sarà interessato da questa patologia. Un vero e proprio osservatorio dell’autismo non c’è. Solamente da pochi anni è cambiata quella tendenza di cambiare la diagnosi: superati i 18 anni l’adulto spariva dal computo dell’autismo e finiva all’interno di altre tipologie di disturbi, portando a far scomparire l’autismo nell’età adulta. È un numero in ogni caso in aumento: oltre 500 mila soggetti interessati in Italia.

D. –  È un fenomeno che si conosce o si sceglie di non vedere?

R. - Negli ultimi dieci anni è cambiata molto la situazione. Quando si parla di autismo bisogna sempre parlare di autismi che principalmente sono due: il deficit nell’area della comunicazione sociale e il deficit di immaginazione. La capacità di comunicare, l’interazione sociale e la presenza di comportamenti ripetitivi e anche stereotipie sono dei mondi che possono essere colpiti in modo diverso portando a soggetti estremamente diversi pur avendo in comune certi tipi di problematiche.

D. - Quali sono le strutture necessarie ad accogliere e a rendere indipendenti quei soggetti una volta adulti che non potranno più essere seguiti dalle famiglie?

R. - Bisogna parlare sempre di più di un progetto di vita personalizzato, che deve essere condiviso tra tante figure. Un soggetto autistico mediamente vede coinvolti nel suo processo di vita circa 17 soggetti che vanno dalla famiglia, agli insegnanti di sostegno, agli educatori. Bisogna lavorare su dei traguardi con questi ragazzi. 

D. - Il progetto di cohousing da voi promosso rientra in questo progetto di vita?

R. - È un progetto di vita con diverse componenti che vanno dalle attività diurne ad attività di preparazione al mondo del lavoro. Il lavoro dà dignità. Il villaggio di Godega di Sant’Urbano ha questa peculiarità. In questo momento soprattutto di inclusione sociale per quei ragazzi che hanno dai 16 anni in su, ha tutta una serie di attività che spaziano dall’agricoltura, alle cucine, anche solo al semplice poter passeggiare in bicicletta o fare attività simili o sportive.

D. - Avete qualcosa in programma per la Giornata mondiale dell’autismo?

R. – Avremo a Treviso una mostra fotografica che riporta un nostro progetto a bordo di un veliero di 21 metri sul quale abbiamo portato in giro per l’Adriatico quattro ragazzi autistici. Saremo a Milano il 2 aprile dove presenteremo dei centri estivi e in più parleremo di sport e autismo. Poi chiuderemo con un convegno dove parleremo del passato, del presente e del futuro dell’autismo. In questi giorni, siamo partiti con una campagna di raccolta fondi mediante l’invio di un sms da cellulare o di unna telefonata da numero fisso al 45505. Tutto il ricavato servirà per completare il parco ludico del villaggio.








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