2015-04-01 13:50:00

Nigeria: Muhammadu Buhari è il nuovo presidente


“Una vittoria veramente storica”. Così il neo eletto presidente della Nigeria l’ex generale golpista Muhammadu Buhari, 72 anni, musulmano dell’All Progressives Congress (Apc), ha definito il successo sul rivale Goodluck Jonathan, con un margine di oltre 2 milioni di voti. È la prima volta, infatti che nella storia nigeriana, l’opposizione subentra democraticamente al governo in carica. Dai vescovi del Paese africano l’appello al rispetto dei risultati e alla tutela della pace che chiedono anche Europa e Stati Uniti. Il servizio di Gabriella Ceraso:

"Il nostro Paese è riuscito a realizzare uno scrutinio libero e onesto e si avvia ad una transizione pacifica". Nelle sue prime dichiarazioni il neo eletto Buhari saluta il passo democratico compiuto dalla Nigeria, esorta il popolo alla non violenza e ringrazia il suo rivale Goodluck Jonathan,  che paga così il mancato successo nel contrasto a Boko Haram e nella lotta alla corruzione. Sfide che ora aspettano lo stesso Buhari come sottolinea il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja:

R. – You may ask what are the main priorities…
Se mi si chiede quali siano le più importanti priorità che la Nigeria vede davanti a sé, o che io vedo perlomeno: innanzitutto restaurare la stabilità, la sicurezza su tutto il territorio nigeriano. Questo significa non solo occuparsi di Boko Haram nel Nord-Est, ma anche di affrontare con decisione quegli elementi fuorilegge e pericolosi che rendono la vita dei nigeriani insicura. Secondo, naturalmente, la corruzione e il buon governo. Non c’è dubbio, infatti, che questo stia distruggendo la nostra nazione. Abbiamo una storia tremenda di corruzione e di corruzione ai più alti livelli. Grandi somme di denaro, infatti, vengono rubate, del tipo di cui non sentite mai parlare in America o in Europa. E infine, non meno importante, la questione della coesione nazionale: sia a livello di etnia - di diversità etnica - che di religione. Queste sono le questioni che dobbiamo affrontare e anche molto seriamente. 

Ma Buhari è anche il generale che guidò la giunta militare negli anni 80, un ex golpista, in passato sostenitore dell’applicazione della sharia la legge islamica negli Stati del nord del Paese. Oggi dice di voler " guarire le ferite del Paese e lavorare per il futuro". Su questa discussa figura politica abbiamo chiesto il parere del prof. Angelo Turco docente di Geopolitica delle Relazioni internazionali alla Iulm di Milano:

R. – Buhari è un personaggio del passato, che si è formato soprattutto attraverso una militanza golpista, che è cominciata quando lui era un giovanissimo ufficiale di 26 anni - oggi ne ha 72 – che è proseguita nel tempo; ha cambiato molte casacche e molto bandiere; ha vinto queste elezioni senza un programma e dunque deve assolutamente dimostrare tutto quello che sa fare, compresa l’idea che ha tentato di accreditare di essere un buon democratico.

D. – Spettro di una dittatura militare in agguato?

R. – Per ora no; non desta paura. Si tratta di vedere se farà passi avanti sulla via della democrazia e qui una cartina di tornasole importante sarà l’esecuzione del suo programma di lotta alla corruzione, senza dimenticare – anche in questo caso - che è accusato di aver sottratto alle casse dello Stato qualcosa come due miliardi e mezzo di dollari durante il suo brevissimo mandato.

D. – Segnali positivi, che ci potrebbero far ben pensare nei primi giorni di questo Presidente, quali potrebbero essere?

R. - Mettere in piedi una effettiva macchina della sicurezza nigeriana, che negli anni sembra completamente evanescente, e cominciare a fare ciò che Jonathan non ha fatto, a fare cioè politica con le coalizioni armate, che ad oggi sono quelle che stanno combattendo Boko Haram, presentate da Paesi come il Ciad, il Niger e il Camerun. Riguardo alla corruzione, dovremmo tenere d’occhio quello che succede nella legislazione relativa all’economia degli idrocarburi; e la seconda filiera da tenere d’occhio ha a che fare con la legislazione di Borsa: alcune indicazioni normative, quindi non soltanto dichiarazioni in questa direzione, sarebbero altamente indicative della piega che prenderà la presidenza Buhari.








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