2015-04-01 16:00:00

Stagione 2015-2016 di Santa Cecilia con il Giubileo della Misericordia


E’ stata presentata ieri mattina dal neo-sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Michele Dall’Ongaro la prossima stagione della Fondazione, che oltre ai molti concerti di musica sinfonica e da camera prevede una serie di appuntamenti di alto livello con la musica sacra, appositamente organizzati per accompagnare la celebrazione del Giubileo della Misericordia. Il servizio di Luca Pellegrini:

Perché la musica fiorisca e sia ovunque un bene comune e condiviso: è questo l’auspicio che ha segnato la presentazione della stagione 2015-16 dell’Accademia di Santa Cecilia che si inaugurerà il prossimo 3 ottobre nel nome di Beethoven, grande protagonista del programma e che tornerà nel 2016 per aprire con il Fidelio. Il maestro Pappano si riserverà di dirigere tutte le Sinfonie. Per lui la musica di Beethoven è tornare a un lavoro essenziale, è la colonna di qualunque orchestra, come spiega ai nostri microfoni:

“Esattamente. La musica di Beethoven pone tutti i problemi della gestione musicale, della gerarchia musicale e dell’ascolto interno dell’orchestra. Noi non siamo mai lontani da Beethoven, però una concentrazione su Beethoven per me è stata essenziale, anche per il mio sviluppo personale, francamente”.

In modo singolare la stagione prevede, affiancate alle opere più famose dei grandi compositori romantici e classici, quelle di musicisti contemporanei appositamente commissionate dall’Accademia. Michele Dall’Ongaro, neo-presidente della Fondazione, ne spiega le ragioni:

“Non c’è bisogno di affastellare di opere nuove a casaccio. Un progetto, ad esempio, di Beethoven e dei suoi contemporanei, fare un testo di Mandela con Luca Francesconi, e a confronto con Beethoven, che musica Schiller, sono due punti di vista di due compositori sul tema della libertà e dell’universalità della musica, questa è una sfida che ci appassiona”.

Lei ha presentato la stagione pensando alla musica come dialogo, accoglienza e pensiero...

“La musica può essere tante cose. Però, poi, arriva il momento in cui la musica deve svelare il suo potere magico e farlo respirare intorno a sé. Noi vogliamo creare queste occasioni: l’occasione non soltanto di ascoltare bella musica, ma di mettere in relazione le cose dovute all’intreccio di questi pensieri, all’incontro di questi autori. Quindi il concerto non può essere una scatola vuota da riempire, ma deve essere un progetto, una invenzione. E’ un organismo vivente”.

Tutti i concerti di musica sacra della stagione, sia al Parco della Musica che quelli che saranno organizzati in alcune chiese di Roma, sono dedicati al Giubileo della Misericordia: di Verdi il Requiem diretto da Honeck e le Laudi, La Creazione di Haydn e il Requiem di Fauré diretto da Pappano, la Nona di Bruckner e il Te Deum diretti da Chung e la Sinfonia di Salmi di Stravinsky, oltre a numerosi capolavori di Mozart e di Bach. Un’attenzione alla celebrazione dell’Anno Santo le cui ragioni sono spiegate da Dall’Ongaro:

“Non si può dimenticare la testimonianza di altissima spiritualità che la musica sacra ha consegnato alla memoria dei secoli e che tuttora tramanda attraverso l’esempio dei nuovi maestri. Questo ha un enorme vantaggio. Quindi per noi testimoniare ed essere presenti nell’Anno del Giubileo, nell’Anno Santo, vuol dire ricordare il potere della musica e il potere che ha sulla mente umana e sull’elevazione dello spirito”.

Un’ultima domanda al maestro Pappano: che cosa è per lei misericordia?

“Misericordia l’ho avuta nel Magnificat di Bach. Questa musica spiega tutto! Io non sono capace a farlo, ma Bach è veramente capace di spiegare la misericordia”.








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