“Il Muro non passerà più a Cremisan. L’Alta Corte di Israele ha rigettato la richiesta del ministero della Difesa israeliana di costruire il muro nella Valle di Cremisan”. A riferirlo all'agenzia Sir sono fonti locali, subito dopo aver appreso la notizia. “Il Triduo Pasquale è iniziato sotto i migliori auspici” dichiarano le fonti vicine al patriarcato latino di Gerusalemme. Come è noto la costruzione di una parte del Muro di separazione nella valle di Cremisan, nell’area di Betlemme, prevedeva il passaggio sulle terre agricole a rischio espropriazione di 58 famiglie del villaggio palestinese di Beit Jala.
La Chiesa si è sempre battuta contro la costruzione del Muro
Nell’espropriazione sarebbero stati coinvolti anche due monasteri salesiani, uno delle
suore che gestiscono una scuola materna con 400 bambini cristiani e musulmani e l’altro
dei monaci produttori del vino di Cremisan. Contro l’edificazione del Muro in questa
zona si è sempre battuta la Chiesa cattolica locale per la quale questo pezzo di Muro
aveva il solo scopo di collegare gli insediamenti israeliani di Gilo e Har Gilo.
Il patriarcato latino di Gerusalemme parla di "grande vittoria"
“Si tratta di una grande vittoria - spiega al Sir l’avvocato Raffoul Rofa, direttore
della Society of St. Yves che opera in senso al patriarcato latino di Gerusalemme
e che ha seguito il caso giudiziario - la Corte ha rigettato la costruzione del Muro
secondo il percorso scelto dal ministero della Difesa di Israele. Questo, infatti,
non avrebbe garantito l’integrità dei due monasteri salesiani, delle terre agricole
che appartengono alle famiglie del villaggio di Beit Jala. Secondo la Corte andavano
tenuti presenti i danni che la costruzione avrebbe potuto cagionare. Le nostre istanze
sono state accettate. Oggi, dopo una battaglia cominciata nel 2006, possiamo parlare
di grande vittoria legale”.
Per la Corte il Muro non assicurerebbe l'integrità dei due monasteri
Secondo quanto riportato da fonti palestinesi la Corte ha chiesto allo Stato israeliano
di considerare altre alternative meno dannose per la popolazione locale e per i monasteri
siti nella valle di Cremisan. La Corte ha confermato che il percorso suggerito dalla
Difesa israeliana non è l’unica alternativa in grado di assicurare la sicurezza e
di provocare meno danni possibili. Nella sentenza la Corte ha deciso che il Comando
militare deve riconsiderare il tracciato. A riguardo uno dei due giudici della Corte
ha aggiunto, a titolo personale, che ogni progetto futuro dovrebbe assicurare l’integrità
e la contiguità dei due monasteri e la loro accessibilità da parte della popolazione
locale. Ciò significherebbe che i due monasteri dovrebbero rimanere sul lato palestinese
del Muro. Con questa decisione, affermano le fonti palestinesi, la Corte ha riconosciuto
che il Muro, nel suo tracciato previsto, era stato progettato per confiscare una vasta
area di terre proprietà delle famiglie di Beit Jala. (R.P.)
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