2015-04-06 21:00:00

Tbc: ancora milioni le vittime della "malattia silenziosa"


Sono milioni le persone ancora oggi vittime della tubercolosi. Una stagnazione della ricerca ha aggravato il fenomeno: per più di 50 anni sono stati somministrati gli stessi farmaci e oggi sono ancora un milione e mezzo i morti all'anno causati da questa malattia "silenziosa". L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un appello alla "solidarietà globale" a sostegno di una campagna mirata a sconfiggere definitivamente la Tbc nei prossimi 20 anni. Claudia Minici ne ha parlato con Silvia Mancini, epidemiologa di Medici senza frontiere:

R. – Nel 2012, quasi 9 milioni di persone hanno contratto la tubercolosi e di queste più di un milione sono state le morti. Gran parte potrebbero essere state prevenibili. Oggi, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che ogni cinque pazienti trattati per tubercolosi, più di un paziente sviluppi una forma di malattia multiresistente ed è questa la piaga più importante con cui ci troviamo a combattere. In particolare, i Paesi dell’Europa dell’Est contano una delle più alte prevalenze di resistenza alla tubercolosi. Vuol dire che i pazienti non riescono più a rispondere a una terapia di prima linea, pertanto si deve passare a un trattamento di seconda linea. Spesso non sono disponibili, da un paio di anni sono stati messi sul mercato due nuovi farmaci che sono la "Bedaquilina" e il "Delamanid" che servono appunto a combattere la Tb multiresistente. Pochissimi pazienti possono avervi accesso e nella maggior parte dei casi vengono somministrati per uso compassionevole, ovvero sulla base di una trattazione caso per caso con l’industria produttrice. Ci sono anche casi di Tb nota come estesamente resistente e si parla intorno al 20%, un tasso di successo relativamente basso.

D.  – Quali sono i Paesi maggiormente esposti?

R. – I Paesi dell’Est Europa contano una tra le più alte prevalenze, perché hanno un’incidenza globale del 35%, e ci sono anche Paesi dell’Africa subsahariana. La resistenza è più bassa in questi casi perché sono stati introdotti meno farmaci.

D.  – Quali condizioni determinano lo stanziamento di questa malattia?

R. – Spesso gli antibiotici vengono abbandonati e non tutti i pazienti rispettano il trattamento. le condizioni igienico-sanitarie e il vivere soprattutto in ambienti promiscui, umidi e poveri fa sì che la tubercolosi si sviluppi. Il trattamento è lungo, costoso e i casi di guarigione sono ancora troppo pochi. La diagnosi non è sempre fatta e a questo corrisponde anche una somministrazione di un trattamento che non è corretto.

D. – I due nuovi farmaci hanno buone prospettive di riuscita nella battaglia contro questa malattia, ma il loro regime è ancora da testare?

R.  – Vanno testati meglio nella misura in cui devono essere offerti in combinazione con altri farmaci, bisogna vedere la risposta.

D. – Questa malattia riceve poca risonanza in rapporto all’ampiezza del fenomeno?

R. – Sì, assolutamente sì, perché si tratta di una malattia estremamente silenziosa, che si sviluppa in alcuni strati della popolazione particolarmente poveri. Sta avendo una recrudescenza anche in contesti più sviluppati. Non gli si dà la giusta attenzione. Basta pensare che per più di 50 anni si somministravano ai pazienti farmaci che erano sempre gli stessi, che erano stati scoperti più di 50 anni fa. Per lungo tempo, c’è stata una stagnazione anche nella ricerca e lo sviluppo, quindi questo è indicativo del fatto che non sia una malattia a cui viene data la giusta attenzione.








All the contents on this site are copyrighted ©.