2015-04-07 16:05:00

ActionAid: l'Italia sia coerente nella lotta contro la fame


In vista dei prossimi vertici internazionali ad Addis Abeba e a New York, mirati alla definizione di un’agenda per lo sviluppo sostenibile e a meno di un mese dall’esposizione universale sul tema “ Nutrire il pianeta”, ActionAid Italia ha promosso a Roma il dibattito “Le nuove sfide per lo sviluppo sostenibile: una nuova partnership globale per sradicare la povertà entro il 2030”. Obiettivo, tracciare il ruolo che l’Italia e l’Europa saranno chiamati a rivestire in base alle linee della nuova agenda post-2015. Al microfono di Adriana Masotti, Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia:

R. – Nell’anno Duemila, i capi di Stato e di governo hanno approvato otto punti fondamentali che si chiamavano “Obiettivi di sviluppo del Millennio”, che scadevano nel 2015. Alla fine di quest’anno, a settembre, verrà concluso un percorso che ha coinvolto sia i governi che la società civile che il mondo privato nella definizione degli Obiettivi di sviluppo per i prossimi 15 anni: nella bozza attuale sono 17 gli obiettivi che definiscono cosa devono fare tutti gli attori coinvolti. Noi di ActionAid abbiamo chiamato quindi le istituzioni, i ministri, le Nazioni Unite, la Fao, il mondo dell’impresa e la società civile a discuterne oggi a Roma.

D. – Ma gli obiettivi fissati entro il 2015 sono stati raggiunti?

R. - Degli Obiettivi del Millennio che sono stati identificati 15 anni fa si sono fatti alcuni progressi su tutti, non su tutti si è arrivati in fondo… Oggi, ci stiamo occupando in particolare del diritto al cibo e sappiamo che le persone che soffrono la fame numericamente sono diminuite, anche se è aumentata la popolazione mondiale: quindi il progresso c’è, ma non è stato così evidente come ci aspettavamo. Quindi, la domanda è: è utile stabilire degli obiettivi nuovi? E la nostra risposta è: sì, perché stabilire degli obiettivi dà agio a tutti gli attori coinvolti di lavorare secondo una agenda condivisa.

D. – Prima citava la bozza della nuova Agenda di sviluppo in 17 punti: quali i principali?

R. – Riconoscere che l’agenda sociale dell’esclusione sociale, l’agenda economica dell’esclusione economica e quella che riguarda la sostenibilità ambientale del Pianeta vanno di pari passo. Questa maggiore integrazione è un punto di forza di questa bozza di “Obiettivi di sviluppo sostenibile”, così verranno chiamati. Noi di ActionAid ci siamo focalizzati oggi su quello che è stato il primo obiettivo di sviluppo del Millennio e che rappresenterà i primi due del nuovo set di Obiettivi: il ruolo dell’agricoltura come possibilità per sradicare la fame nel mondo. Importante sottolineare che si parla ormai di sradicare la fame nel mondo, mentre prima di parlava di dimezzarla. Quindi, sempre nell’ottica che è vero che gli obiettivi si rimodulano, ma diventano anche più ambiziosi.

D. – Ci sono delle richieste precise che ActionAid fa all’Italia?

R. – ActionAid fa alle istituzioni italiane una richiesta di coerenza. Oggi, la fame nel mondo si combatte anche a casa. Faccio un esempio: nelle mense scolastiche si consumano 380 milioni di pasti all’anno in Italia, questa partita vale circa oltre un miliardo di euro all’anno e sono coinvolti 10 milioni di italiani. Bene, si può fare un passo molto concreto per orientare il mondo in cui il cibo viene prodotto su scala internazionale. Per esempio, il decreto sulla “Buona scuola” non fa menzione in alcun modo di quale debba essere la buona mensa nella scuola italiana. Ecco, su questo si può lavorare di più. Esiste un piano nazionale sullo spreco: bisogna ridurre lo spreco lungo tutta la filiera e certamente non buttando il cibo quando arriva sulle nostre tavole, ma anche facendo in modo che venga prodotto e distribuito senza sprechi. Poi, c’è tutto il versante internazionale: l’Italia si presenterà all’Esposizione Universale con una "Carta di Milano", che dovrebbe essere l’eredità politica e culturale di questa Esposizione Universale: al di là di questo, però, si possono fare delle scelte – per esempio – in ambito europeo, diminuendo i sussidi agli agrocarburanti che producono il fenomeno di accaparramento delle terre. Oppure, riconoscendo che devono cambiare anche i modelli di consumo in Europa… Insomma, l’Italia – sia i cittadini che le istituzioni – ha molti tavoli su cui giocare una partita, che si vince se si gioca tutti assieme. 








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