2015-04-10 13:23:00

Adolescenza, nel volontariato banco di prova per la crescita


“I volti dell’adolescenza tra vulnerabilità, fragilità e crisi necessarie”. Questi i temi del volume presentato ieri alla Pontificia Università della Santa Croce. Il testo, pubblicato dalle edizioni Pioda, raccoglie gli atti del primo Convegno internazionale di bioetica quotidiana che si è svolto lo scorso anno a Frascati. Un’occasione per discutere delle sfide contemporanee di un’età difficile. Il servizio di Michele Raviart:

L’adolescenza è una situazione, una fase in cui si vive una dissociazione tra quello che si è e quello che si vuole apparire. Un’età che ormai non ha contorni ben definiti come in passato e che mette in discussione tanto i figli quanto i genitori. Mario Russo, della onlus “Girasolestudi”, tra gli organizzatori del convegno:

“Uno stesso adolescente nella sua fase di crescita non pone una sola esigenza, non pone una sola domanda: a ogni domanda corrisponde un suo volto. Alla mancata risposta corrispondono altrettanti volti e altrettante facce della delusione. Quella che invece noi molto spesso riusciamo a dare come risposta è il giudizio. Molto spesso noi non diamo quell’aiuto, quella risposta, un’indicazione a come venire fuori da determinate situazioni o quantomeno a far sentire la nostra presenza, la nostra vicinanza. Ed è un giudizio che troppo spesso è un giudizio di condanna”.

La tendenza riscontrata è quella di un’adolescenza in cui “non si sa più aspettare, in cui si pretende invece che chiedere e in cui non si sanno accettare le frustrazioni”. Il non affrontare le difficoltà reali genera insicurezza e il ragazzo rischia di sentirsi inutile in un mondo che non vuole capirlo, come ci spiega la senatrice Paola Binetti:

“Noi crediamo che la sfida migliore che si possa offrire oggi agli adolescenti, quella dove ancora l’adolescente regge in modo positivo, sia l’impegno reale in esperienze di volontariato, cioè in esperienze in cui lui scopre di essere indispensabile per qualcuno, si misura con qualcuno che ha più problemi di lui, che ha più difficoltà di lui. Questo lo aiuta a mobilitare risorse straordinarie di cuore, di intelligenza, di generosità, di tempo, anche di generosità economica. Tutte le volte che gli adolescenti possono misurarsi con un’avventura come quella di andare incontro ai bisogno degli altri, i genitori hanno vinto’”.

Gli adolescenti di oggi vivono in un contesto che rende ancora più complicata questa delicata fase della vita. Da un lato Internet e i social network, con i loro rischi di spersonalizzazione e i loro legami spesso solo virtuali, dall’altro la crisi della famiglia tradizionale. Ancora Paola Binetti:

“Ci troviamo davanti a famiglie che sono molto più sgretolate, che non sono più in grado di offrire una qualità di relazioni univoche, solide. Le famose famiglie allargate spesso rappresentano un’opportunità davanti a situazioni difficili, ma certamente comportano anche un indice di problematicità con cui l’adolescenza fatica a misurarsi”.

Anche la Chiesa ha un ruolo importante nell’educazione dei ragazzi, ingranaggi fondamentali della famiglia. Don Davide Cito, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose alla Pontificia Università del Sacro Cuore:

“La Chiesa intende l’adolescente, anche dal punto di vista del diritto, come membro di una famiglia. Il figlio è colui che è dentro una Chiesa “domestica”, in cui è oggetto del dovere-diritto dei genitori di educarlo, ma non solo dei genitori, poi ci sono i nonni. In fondo, quello che sta facendo il Papa oggi nella catechesi della famiglia fa vedere come sono tutti soggetti relazionati uno con l’altro: cioè, la Chiesa mette in gioco tutti, l’adolescente, l’anziano come soggetti di un rapporto importante, gli uni per gli altri”.








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