2015-04-14 15:06:00

Giubileo, teologa: la misericordia scommette sul futuro


Una Chiesa credibile solo se misericordiosa

"Quando il Papa afferma che la 'credibilità' della Chiesa dipende da quanto sia capace di vivere e testimoniare la misericordia ci riporta al nucleo portante dell'identità ecclesiale, alla ragione prima della sua esistenza. La Chiesa esiste per annunciare e servire il Regno di Dio e quindi non può che vivere di una dinamica di misericordia". La teologa Serena Noceti, vicepresidente dell'Associazione teologica italiana, commenta così alcuni dei passaggi più importanti (paragrafi 10, 25) della Bolla 'Misericordiae Vultus', pubblicata lo scorso 11 aprile, con cui Papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario della misericordia.

"La relazione tra l'annuncio della misericordia e la vita ecclesiale - spiega la teologa - è una relazione strettissima e costitutiva per la Chiesa. Una Chiesa che non mostri un volto misericordioso va in contraddizione con sé stessa e non vive la sua vocazione portante di essere conforme allo stile evangelico".  

L'immagine di un Dio misericordioso

Nella Bolla (paragrafo 10) il Papa afferma che per tanto tempo la Chiesa ha 'dimenticato di indicare o vivere la via della misericordia'. "E' vero che l'annuncio della misericordia è sempre stato dato dalla Chiesa. L'ha sempre offerto nei suoi sacramenti, nella Riconciliazione, nell'Eucaristia", commenta la Noceti. "Ma è anche vero che il volto pubblico della Chiesa aveva bisogno, in questo momento, di trasmettere in maniera molto evidente e forte questa dinamica. Sia nelle scelte pastorali, nelle parole, nello stile della presenza". "Perché quello che è in gioco, alla fine, - aggiunge  - è la capacità o meno di trasmettere un'immagine di Dio che non sia percepito come il giudice incapace di comprendere il limite umano, distante dalle fatiche e dalle ferite della vita". "La Chiesa è chiamata ad annunciare il volto di Dio misericordioso e deve renderlo percepibile: il perdono da un lato e l'aiuto nel bisogno, il farsi carico dell'altro, diventano una chiave essenziale di identità e di annuncio".        

Giustizia non è osservare la legge

Nella 'Misericordiae Vultus'(paragrafo 20) Francesco condanna una visione della giustizia come mera osservanza della legge. "Si tratta di uno dei passaggi più importanti della Bolla", spiega Serena Noceti. "La misericordia ha a che fare, certo, con l'errore, con la colpa. Ma sempre tiene presente il futuro, scommette sul futuro. Crede nell'umanità anche di chi è colpevole. Quindi, la misericordia così intesa, non nega la frattura, la rottura nei rapporti, ma se ne fa carico in forma ultima". 

No all'auto-salvezza

"Anzi - spiega ancora la teologa - quello che il Papa ci ricorda in modo molto chiaro è che la pretesa di vivere con le proprie forze tutta la legge, di adempiere a ogni precetto, l'idea di una sorta di auto-salvezza, ci porta alla fine a non riconoscerci bisognosi di misericordia. E conseguentemente ci porta a imporre agli altri questa dinamica". "La giustizia di cui ci parla il Papa - aggiunge la Noceti - accetta le conseguenze di ciò che è stato posto, ma le ripensa in una dimensione di pienezza di vita possibile, di una scommessa sulla capacità della persona di rinnovarsi, di mutare, maturare interiormente". 

Evitare le tentazioni farisaiche

"Sia nella forma del perdono, sia in quella dell'aiuto nel bisogno, colui che è misericordioso scommette sempre sulla possibilità di trasformazione, sulla possibilità di futuro". "Da questo punto di vista - aggiunge Serena Noceti - è interessante che la citazione biblica inserita dal Papa al paragrafo 20 della Bolla - "Misericordia io voglio e non sacrifici" - tratta dal Libro di Osea, capitolo 6 - ritorni due volte nei vangeli e sempre come risposta di Gesù ai farisei che obiettano davanti a un'apparente o presunta mancanza di rispetto della legge". "Ciò significa - spiega la Noceti - che se la Chiesa non vuole cedere a tentazioni farisaiche la scelta è quella di vivere fino in fondo la sua vocazione: riconoscendo di essere oggetto di misericordia e come tale traducendo questo in un volto e in esperienze significative di misericordia per tutti. Una Chiesa inclusiva che sa scommettere sul futuro dell'uomo sempre e fino in fondo. Esattamente quello che fa il Padre nei nostri confronti".








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