2015-04-15 15:00:00

Presentato ddl per iscrizione all'anagrafe dei feti nati morti


Dare dignità civile ai feti “nati morti” permettendone l’iscrizione all’anagrafe civile. E’ quanto si propone il disegno di legge presentato dai senatori Aldo di Biagio di Area popolare e Laura Puppato del Partito democratico. Il provvedimento, illustrato in una conferenza stampa al Senato e promosso dall'associazione "Pensiero celeste", ha l’obiettivo di fare ordine sulle leggi italiane, che sul tema della natimortalità sono spesso confuse e contradditorie. Il servizio di Michele Raviart:

In Italia ogni anno 180.000 genitori perdono il loro figlio prima della fine naturale della gravidanza e per quelli “nati morti” prima della ventottesima settimana non c’è nessun diritto all’iscrizione all’anagrafe. Tutto è rimesso infatti alla discrezionalità delle autorità competenti, in un quadro legislativo per nulla univoco. La polizia mortuaria, ad esempio, prevede l’assenso della Usl per la sepoltura dei feti nati tra le 20 e le 28 settimane. Un assenso che molto spesso viene negato. Il congedo di maternità, invece, scatta anche per i figli nati morti a partire da 180 giorni di gestazione, mentre l’Istat fa partire le proprie rilevazioni a partire dalla venticinquesima settimana. La senatrice Laura Puppato è tra i promotori della legge:

"Stiamo cercando di recuperare dei gap che la legislazione italiana ha lasciato nel corso di questi anni, creando molta soggettività e una situazione di interpretazione che non aiuta i cittadini italiani. In generale dobbiamo avere certezze nel fatto di poter concedere, laddove i genitori lo vogliano, l’iscrizione all’anagrafe di questi che non possono essere definiti 'feti', ma devono essere definiti con il termine corretto: bambini”.

Il disegno di legge propone di garantire, ai genitori che ne sentano l’esigenza, l’iscrizione all’anagrafe civile di tutti i feti che superano i 500 grammi, a prescindere dalle settimane di gestazione. Una legge sul modello di quelle che ci sono in Francia e Germania e basata su un regolamento dell’Ue, che riceve i parametri di natimortalità dell’Organizzazione mondiale della sanità. I bambini iscritti all’anagrafe non saranno titolari di nessun diritto giuridico, mentre i loro genitori avranno il rispetto dovuto per la perdita di un figlio. Il senatore Aldo Di Biagio è uno dei due firmatari del disegno di legge:

"Le famiglie si aspettano che la società civile e la comunità in qualche maniera raccolga questo elemento di sensibilità personale, quindi noi in un certo senso abbiamo voluto colmare un vuoto normativo della legge. In un contesto dove organismi anche preposti hanno diverse opinioni noi abbiamo voluto un riconoscimento che va a un feto che è oltre i 500 grammi".

L’idea per questa proposta di legge parte dall’associazione “Pensiero celeste” di cui è presidente Andrea Napoli. Lui e la moglie hanno perso la loro bambina, Celeste, durante la ventisettesima settimana. Da quel momento Andrea ha combattuto la sua battaglia per ottenere il certificato di nascita della bimba, dapprima negatogli, culminata con due sentenze del tribunale di Padova in suo favore:

"E’ uno stravolgimento di quello che fino ad oggi si è visto, ovvero cominciare a rendersi conto che c’è stata una gravidanza, c’è stato un parto, c’è stato un lutto e di conseguenza non stiamo parlando di un qualche cosa che non esiste, ma di un bambino sotto tutti i punti di vista. Per noi, dico sempre, mia figlia è sempre esistita ed esisterà sempre. E’ giusto che anche gli altri comincino a capire questo. E’ proprio un cambio culturale in questo senso".

La petizione promossa da “Pensiero Celeste”, ha raccolto oltre mille firme, mentre si attende la discussione di questo progetto di legge in Senato.








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