Proseguono in Italia gli sbarchi di migranti provenienti dal Nord Africa. Due in particolare le notizie di cronaca di questa giornata: la denuncia della morte nel Canale di Sicilia, di altri 41 africani a bordo di un vecchio gommone: 4 i superstiti sbarcati nel porto di Trapani. L’altra notizia dà conto di una lite scoppiata su un barcone tra migranti musulmani e cristiani, finita con dodici cristiani gettati in mare. In base alle testimonianze dei sopravvissuti la Procura di Palermo ha disposto il fermo per 15 presunti colpevoli di omicidio. “Un episodio triste, in cui non va esasperato l’odio religioso”, la riflessione di mons. Giancarlo Perego, direttore di Migrantes della CEI, un fatto che, continua, “sottolinea tutta la disperazione dei migranti per cui in uno spazio piccolo ognuno cerca di salvare la propria pelle".
Intanto il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha dichiarato oggi che l’emergenza immigrazione “è la priorità delle priorità per l’ organismo comunitario”, aggiungendo che entro maggio verrà delineata una nuova strategia. Ascoltiamo ancora il commento di mons. Perego nel servizio di Amedeo Lomonaco:
Da gennaio oltre 21 mila migranti sbarcati in Italia
E’ un’istantanea parziale, ma significativa, quella che emerge dai dati riferiti agli
sbarchi avvenuti in Italia a partire da gennaio. Gli immigrati arrivati nel territorio
italiano, dopo la traversata nel Mediterraneo, sono stati 21 mila e 300. Nello stesso
periodo, nel 2014, erano stati meno di 21 mila. A partire da gennaio, oltre 17 mila
persone sono sbarcate in Sicilia e, nella maggior parte dei casi, è stata la Libia
il Paese di partenza. Gli immigrati arrivati in Italia, in questi ultimi mesi, sono
soprattutto di nazionalità siriana (2.520), eritrea (2.067) e somala (1.561). Si tratta
di flussi migratori rilevanti. L’Onu ha riconosciuto che l’Italia sta portando un
fardello enorme per conto dell'Europa. Mons Giancarlo Perego, direttore
della Fondazione Migrantes:
“Le migliaia di persone che sono sbarcate in questi giorni e che si sono aggiunte ai 170 mila dello scorso anno, vedono esattamente, anzitutto, l’Italia, come Paese d’arrivo. Non dimentichiamo, però, che lo scorso anno, due persone su tre hanno continuato il cammino verso Paesi europei. E’ vero che tra i 28 Paesi europei soltanto cinque, oggi, stanno facendo una politica molto forte di accoglienza, per quanto riguarda i richiedenti asilo: la Germania, l’Italia, la Svezia, la Danimarca e, in particolare, la Francia”. Sarebbe necessario che tutti i Paesi europei affrontassero questa emergenza e questa situazione di arrivo di persone che, come sappiamo, fuggono da situazione gravi di guerra e di persecuzioni. E’ quindi necessario che l’Europa riorganizzi, effettivamente, il trattato di Dublino cercando di fare in modo che maggiormente diventi una casa in grado di tutelare il diritto di asilo.
Accoglienza: ancora forti differenze sul territorio italiano
Per quanto riguarda l’accoglienza, in Italia si registrano profonde differenze tra
le varie realtà territoriali: “L’affermazione dell’Onu di attenzione alla realtà italiana,
di come sta affrontando l’accoglienza dei richiedenti asilo, non deve far venire meno
e indebolire, o rendere discrezionale, in tutte le regioni italiane e in tutti i Comuni
italiani l’attenzione alla tutela dei richiedenti asilo. Noi abbiamo delle situazioni
in cui alcune regioni, come il Molise, accolgono cinque volte di più che non per esempio
il Veneto. E’ molto importante che, effettivamente, attorno al tema della richiesta
d’asilo, che è un diritto fondamentale, si ripensi anche al nostro welfare, al welfare
delle nostre regioni: questa tutela sia strutturale al nostro sistema sociale, al
nostro sistema di welfare, e non sia discrezionale come purtroppo sta avvenendo su
basi, su ragioni tante volte politiche o ideologiche in alcune regioni e in alcuni
Comuni”.
Giornata in memoria delle vittime dell'immigrazione
Da segnalare, infine, che la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge
che istituisce il 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.
Sarà l’occasione per iniziative di sensibilizzazione, anche nelle scuole, sui temi
dell’accoglienza e della solidarietà nei confronti dei migranti. Ancora mons.
Perego: “Questa iniziativa è importante come anche l’altra iniziativa, per
la quale si sta arrivando ad una decisione nel contesto europeo: quella della celebrazione
il 2 agosto anche del genocidio dei rom durante le leggi razziali. Sono due iniziative,
soprattutto sul piano dell’informazione, sul piano culturale, ma anche sul piano dell’attenzione
dei fenomeni, che possono essere importanti nel leggere la società di oggi. Sono molto
importanti da sostenere. Si tratta effettivamente, attraverso queste giornate, di
non fare semplicemente una celebrazione accademica, ma di riuscire veramente a rendere
partecipi i giovani, i ragazzi, anzitutto nelle scuole, ma ogni cittadino, di un fenomeno
(quello dell’immigrazione) che sta cambiando i luoghi fondamentali della nostra vita:
la scuola, il mondo del lavoro, il mondo della società”.
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