Si chiude questa sera con le premiazioni ufficiali il Festival del Cinema Europeo di Lecce, in cui il regista francese Bertrand Tavernier è stato grande protagonista, in attesa di ricevere il Leone d’Oro alla carriera alla prossima Mostra del Cinema di Venezia. La sua ricca filmografia lo identifica come uno degli autori di cinema più attenti alle dinamiche della storia e della società. Il servizio di Luca Pellegrini:
Ha paura dei tempi in cui viviamo, non è particolarmente ottimista, ma nemmeno ha nostalgia per il passato. Rimpiange alcune cose che non ci sono più, ma pensa anche che il progresso non sia sempre foriero di bontà. Dichiara poi di voler continuare a combattere, con il suo cinema, per preservare ciò che è importante per la vita e per la cultura. Tavernier è sempre stato attentissimo alla società e all'ambiente politico in cui siamo vissuti e viviamo - anche nell'ultimo film di prossima uscita in Italia, "Quai d'Orsay - Un ministro francese", sulla vita caotica di un ministro degli esteri francese, che ricorda molto Dominique de Villepin - e lo ribadisce ai nostri microfoni:
“Oui, peut-être parce que je m'interesse…
Sì, forse perché mi interesso a personaggi che sono
immersi in un contesto sociale e politico che è molto importante. Non ho molti personaggi
che sono separati dal mondo. Credo che non mi interesserei a qualcuno separato dal
mondo. Credo che per comprendere veramente dei personaggi bisogna anche comprendere
lì dove vivono e quello che hanno intorno. Questo mi interessa, come nella vita mi
interessa sapere qual è il mestiere della persona con cui parlo e quello che sta vivendo”.
Per lei il passato è riflessione, non solo memoria: gli anni incerti dopo la morte di Luigi XIV in "Che la festa cominci...", la Prima Guerra Mondiale de "La vita e niente altro" e "Capitan Conan"...
“Je pense que l’histoire est une source…
Penso che la storia sia una fonte formidabile di soggetti
drammatici. Quando guardiamo, quando leggiamo delle biografie, dei libri su un’epoca,
all’improvviso nascono scene straordinarie in cui diciamo: “Ma che soggetto, che soggetto!”
Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, tra le motivazioni con le quali ha annunciato il Leone d'Oro alla carriera che lei riceverà a settembre, l'ha descritta come "un autore completo, istintivamente anticonformista, coraggiosamente eclettico".
“J’adore dans tous les cas…
Adoro in ogni caso 'completo', ma adoro la definizione
di anticonformista ed eclettico. Penso che ho sempre adorato i registi che facessero
prova di immaginazione. Penso che ci siano due tipi di registi: i minatori - che sono
quelli che vanno a cercare nella miniera il metallo o i minerali sperando di trovare
cose sempre più pure - e poi ci sono i contadini e i contadini coltivano il grano,
il mais, gli alberi da frutto, il bestiame, i polli. Un contadino tradizionale si
occupa di dieci cose alla volta: io ho l’impressione di essere un contadino”.
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