2015-04-18 13:18:00

Grecia sull’orlo del fallimento, aiuti del governo ai poveri


Mentre il cosiddetto “Brussels Group” sarà in riunione per tutto il weekend nel tentativo di trovare un accordo sul debito greco, si diffonde la paura che maggio possa essere il mese del fallimento della Grecia, uno dei Paesi fondatori dell’Eurozona. ''Fiducioso e ottimista'', si è detto il ministro delle finanze greco, Varoufakis, interpellato a margine dei lavori del Fondo monetario internazionale a Washington. Varoufakis ha escluso la possibilità di chiedere aiuti alla Russia o alla Cina affermando che  la questione greca “deve essere risolta nella famiglia Ue". Da parte sua il presidente della BCE, Draghi ha affermato che  tutti vogliono "che la Grecia abbia successo, e questo successo è nelle mani del governo greco ''. Roberta Barbi ha chiesto al giornalista greco Dimitri Deliolanes se lo spettro del fallimento aumenti il rischio di tensioni sociali:

R. – La popolazione è abituata, dà poco credito a queste notizie. Già nel periodo preelettorale, tutta la campagna delle forze al governo consisteva sul fatto che con il nuovo governo e con il cambiamento politico ci sarebbe stato il rischio di una espulsione del Paese dall’Eurozona.

D. – Si parla di mancanza di liquidità, che impedirebbe di pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Abbiamo letto di molte famiglie che non hanno i soldi per riscaldare la propria casa, alcune addirittura hanno rinunciato all’energia elettrica o a pagare il vaccino dei propri figli che così non possono più andare a scuola…

R. – Sul piano sociale la situazione in Grecia non è cambiata: è rimasta sempre una catastrofe umanitaria, come lo è stato negli ultimi 4-5 anni. L’unica cosa nuova sul piano sociale è l’iniziativa del governo di andare incontro a queste 300-400 mila famiglie, che non hanno assolutamente reddito. Qui il governo dà degli aiuti: dà dei bonus per fare la spesa al supermercato, la possibilità di avere l’allaccio all’energia elettrica gratuitamente e delle tessere per girare gratuitamente sui mezzi di trasporto pubblico… insomma un aiuto per riuscire a cavarsela un pochino meglio. Rispetto al problema della liquidità del governo, nel caso in cui i soldi siano veramente contati, il governo greco prenderà l’iniziativa di pagare in primis le pensioni e gli stipendi ai dipendenti pubblici e di sospendere i pagamenti del debito. Sicuramente saranno privilegiati prima i cittadini e dopo i nostri creditori.

D. – Cosa significherebbe per la vita quotidiana dei greci un eventuale ritorno alla dracma?

R. – Una catastrofe finanziaria a livello mondiale e una catastrofe politica a livello europeo. Per l’economia greca le conseguenze sarebbero sicuramente molto, molto gravi perché la Grecia non è un Paese esportatore: io immagino che la prima reazione sarà quella di moderare in maniera sensibile l’acquisto di qualsiasi bene sia di importazione.








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