2015-04-21 11:17:00

Oltre 630 immigrati salvati nel Canale di Sicilia


Sono complessivamente 638 i migranti tratti in salvo in 24 ore in sei differenti operazioni di salvataggio, coordinate dal Centro nazionale di soccorso della Guardia costiera. I migranti si trovavano a bordo di sei gommoni, in acque libiche. Nella notte, a Catania, sono arrivati i 27 superstiti del drammatico naufragio avvenuto tra sabato e domenica al largo della Libia. La Procura di Catania stima che nel barcone fossero presenti 850 migranti. Dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'appello all'Ue e alla comunità internazionale: "Facciano di più per impedire queste stragi". Secondo un portavoce della Commissione europea, si pensa a "un'operazione militare" per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Oramai è un flusso continuo quello dei barconi diretti verso la Sicilia. I 638 migranti salvati nelle ultime 24 ore si trovavano a bordo di sei gommoni, in acque libiche. Sui punti sono stati inviati Nave "Fiorillo" della Guardia costiera, un'unità mercantile ed è stato richiesto l'intervento di una unità della Marina militare. In corso a circa 80 miglia a sud est delle coste calabresi, una operazione di soccorso a favore di un peschereccio carico di migranti. Sul punto la Centrale operativa di Roma ha dirottato due mercantili per dare assistenza. All'alba di oggi, in acque italiane, sono state inviate due motovedette classe 300 della Guardia Costiera che hanno raggiunto il peschereccio carico di migranti, affiancandolo. Diciotto dei ventisette sopravvissuti al naufragio al largo della Libia e giunti ieri al porto di Catania, sono stati trasferiti nel Cara di Mineo. Ad accoglierli al porto anche il direttore della Caritas locale, don Piero Galvano:

R. - Erano tutti stremati… Noi abbiamo offerto quello che ci hanno chiesto, cioè un pasto, vestiario e anche scarpe.

D. – Ma lei ieri, guardando quelle persone in viso, che cosa ha percepito?

R. – Sono persone che hanno perso tutto. Noi europei non ci stiamo accorgendo di queste grosse tragedie. Noi europei abbiamo destabilizzato alcune nazioni del Nord Africa, ad esempio la Libia, e anche del Medio Oriente, ad esempio l’Iraq. Adesso delle conseguenze di queste guerre, anche se le finalità sappiamo che erano altre, adesso ce ne vogliamo lavare le mani...

D. – Come vi state organizzando per i prossimi giorni?

R. – Sbarcheranno tanti altri. In passato, abbiamo preparato 450 pasti e anche di più, siamo arrivati a volte anche a 500. Dunque, noi ci stiamo organizzando. Catania è un punto di arrivo, perché vengono anche da Pozzallo e anche da altre zone, ma è anche un punto di partenza. La stragrande maggioranza non resta qui a Catania, ma poi va al nord, al nord dell’Italia e al nord dell’Europa.








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