2015-04-23 14:10:00

Comastri: la Sindone racconta l'amore di Dio per l'umanità


“L’amore più grande” è il tema dell’incontro sulla Sindone che si è svolto ieri sera a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e dall’Opera romana Pellegrinaggi. La serata è stata organizzata in preparazione al prossimo pellegrinaggio degli universitari romani a Torino che si svolgerà il prossimo 25 aprile. Il servizio di Marina Tomarro:

La Sindone è una via privilegiata per vedere da vicino i segni della passione e della morte di Cristo , ma soprattutto una porta per entrare nella pienezza del mistero della  Resurrezione. E’ partito da queste riflessioni l’incontro “L’amore più grande”. Il cardinale Angelo Comastri arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano.

R. – La Sindone è particolarmente preziosa per l’uomo d’oggi. Ci permette di entrare nella Passione di Gesù, quasi di vederla, di sentirla contemporanea. Il volto dell’uomo della Sindone è il volto di una persona che ha tanto sofferto, ma allo stesso tempo è un volto sereno, un volto che trasmette serenità. Noi possiamo chiedere perché? La risposta è nel Vangelo: è un uomo che ha sofferto per amore. Guardando la Sindone si avverte questo amore. Charles de Foucauld, il giovane parigino nel suo romitaggio nel Sahara teneva il volto dell’uomo della Sindone e sotto ci aveva scritto: “Così Dio ti ha amato!”. Quel volto io credo che oggi faccia tanto bene a tutti coloro che lo potranno vedere nella prossima esposizione.

D. - I segni delle sofferenze e del sangue versato dall’uomo dei dolori impressi sul telo rispecchiano i passi del Vangelo sulla Passione di Cristo...

R. - Possiamo chiederci che garanzia abbiamo di autenticità? Guardo a tre coincidenze particolari tra il Vangelo e la Sindone: l’uomo della Sindone è un uomo che ha avuto una flagellazione a fermo, come è accaduto a Gesù; ha avuto una flagellazione "more romanorum", senza limite di colpi, così raccontano i Vangeli e così è registrato nella Sindone; l’uomo della Sindone è stato coronato di spine, fatto inconsueto, ed è accaduto a Gesù; infine, il sangue uscito dal costato, anche questo un fatto singolare accaduto a Gesù è un sangue post-mortale e nella Sindone il sangue è post-mortale. Chi può dubitare dell’autenticità?

E tanti sono stati nel corso degli anni gli studi scientifici sulla Sindone, che hanno cercato di capire meglio il messaggio contenuto in questo sacro lenzuolo. Nello Balossino, dell’università degli studi di Torino:

R. - Si racconta la passione di un uomo che è morto ed è stato avvolto in questo telo, lasciando un’impronta sia delle sofferenze, ma anche della sua Resurrezione. Non si sa come questa impronta si sia formata, ma di certo emergono dei particolari che sono chiarissimi e che mi fanno pensare che questo non sia un artefatto del Medio Evo, ma che abbia una storia molto più antica e che effettivamente in questo lenzuolo sia stato avvolto un uomo, che ha patito il martirio della Crocifissione. Dal punto di vista scientifico le immagini sono importantissime, perché proprio con la nascita delle prime fotografie ufficiali è nato l’interesse interdisciplinare sulla Sindone: si può studiare la Sindone con diversi tipi di immagini e fare delle elaborazioni che coinvolgono le scienze forensi, l’informatica, la biologia, ma anche la storia.

D. – Quali sono i particolari che ci racconta questo lenzuolo?

R. – I particolari sono non solo i segni della Crocifissione, ma - siccome ho elaborato l’immagine, ricavando il probabile volto dell’uomo sindonico prima della morte – di un uomo che è morto, ma che ha anche un aspetto vivo: trasmette cioè la sua vitalità, la sua voglia di andare verso l’uomo non come morto, ma come vivo.








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