2015-04-24 13:48:00

Leader mondiali commemorano 100.mo del martirio armeno


Numerosi capi di Stato, tra cui il russo Vladimir Putin e il francese Francois Hollande, si sono uniti stamani ad Erevan per commemorare il 100.mo anniversario del martirio di un milione e mezzo di armeni. Ieri, il Catholicos di tutti gli armeni Karekin II ha celebrato – nella Cattedrale di Etchmiadzin, una Messa di canonizzazione di tutti gli armeni trucidati dall’impero ottomano tra il 1915 e il 1917. In Armenia, per la commemorazione, presente a nome del Papa anche il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Che il tempo non cancelli la memoria di una immane tragedia, la vita di un popolo intero reciso dalla violenza. Con questo spirito, numerosi capi di Stato si sono riuniti a Erevan per la cerimonia di commemorazione dell’eccidio degli armeni, un milione e mezzo di persone uccise dalle truppe ottomane tra il 1915 e il 1917. A presiedere l’evento il presidente dell’Armenia, Serzh Sarkisian, il quale ha espresso l’auspicio che i recenti progressi nel riconoscimento del genocidio armeno aiutino a “dileguare le tenebre di cento anni di negazionismo”. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che non ci possono essere “giustificazioni per il genocidio di un popolo”. E di “genocidio” hanno parlato anche il presidente francese Francois Hollande e quello tedesco Joachim Gauck.

Di “atrocità di massa” ha parlato, invece, il presidente americano Barack Obama in una dichiarazione, evitando il termine genocidio, che viene contestato dalle autorità di Ankara. Anche oggi, il presidente turco, Tayyip Erdogan, ha affermato che le “rivendicazioni” degli armeni al riguardo sono “infondate”. Non solo leader politici, ma anche tante le personalità religiose presenti alle diverse celebrazioni in Armenia a partire dal cardinale Kurt Koch, inviato a nome di Papa Francesco. Il presidente del dicastero per l’Unità dei Cristiani è nel Paese caucasico dal 21 aprile ed ha preso parte a numerosi eventi in ricordo delle vittime della strage degli armeni. Alla commemorazione hanno inoltre preso parte i leader della Conferenza delle Chiese d’Europa, in rappresentanza delle Chiese ortodosse, ortodossa orientale, anglicana e protestante.

Particolarmente toccante, ieri, la celebrazione con la quale davanti alla Cattedrale di Etchmiadzin a pochi chilometri dalla capitale, il Catholicos Karekin ha canonizzato tutti i martiri uccisi in quello che gli armeni definiscono “Il Grande Male”. Alla Messa hanno preso parte numerosi armeni della diaspora. Dal canto suo, il patriarca maronita Bechara Raï, dall’Armenia, ha chiesto alla comunità internazionale di “riconoscere il genocidio degli armeni”, affinché non si “ripetano simili crimini nel mondo, soprattutto in Medio Oriente”.

In questa triste ricorrenza, il cardinale Fernando Filoni ha offerto una sua riflessione sul quotidiano “Avvenire”. “Chi parla ancora, oggi, del massacro degli armeni?”, si domanda il porporato. Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli rammenta che tra il 1915 e il 1917 “fu posta in atto una vera strage” con l’intento di “liberare la Turchia dai suoi nemici interni”, che erano i cristiani. E sottolinea, di ritenere che la cifra di un milione di morti, riportata da numerose pubblicazioni, non sia esagerata. Il cardinale Filoni conclude la sua riflessione con le parole del domenicano Francois-Marie Dominique Berré che, poco dopo la strage, “si augurava che la coscienza delle nazioni civili potesse un giorno mettere in funzione delle commissioni d’inchiesta per rendere giustizia alle innumerevoli vittime”.








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