2015-04-25 13:42:00

Mattarella: Resistenza fondamento etico della nazione


Democrazia è anche lotta alla corruzione e alle mafie e  diritto al lavoro. E’ quanto ha detto il capo dello Stato Mattarella celebrando al Teatro Piccolo di Milano il 70.mo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Nel capoluogo lombardo qualche momento di tensione durante il corteo al passaggio della Brigata ebraica. Servizio di Giampiero Guadagni:

 

Una festa di libertà per tutti, di speranza ancora di più per i giovani. Così Sergio Mattarella nel suo primo 25 aprile da capo dello Stato. In mattinata la cerimonia all’Altare della Patria, presente tra gli altri il premier Renzi. Successivamente Mattarella è volato a Milano per la manifestazione nazionale. Battersi per un mondo migliore, ha sottolineato il Presidente della Repubblica, è possibile e giusto, perché non è vero che siamo imprigionati in un presente irriformabile. La democrazia, ha osservato ancora Mattarella,  non è conquistata per sempre e vuol dire anche lotta severa alla corruzione e alla mafia. Il diritto al lavoro, ha aggiunto, è la priorità delle priorità, se vogliamo rispettare l'impronta della Costituzione, frutto principale del 25 aprile e pietra angolare su cui poggia la civiltà e il modello sociale lasciato dai nostri padri. A Milano, momenti di tensione durante il corteo al passaggio della Brigata ebraica contestata da un gruppo filopalestinese. La festa della Liberazione è stata celebrata in tutta Italia. Il  presidente del Senato,  Piero Grasso, ha visitato il Museo storico della Liberazione in via Tasso. Il presidente della Camera Laura Boldrini è invece andata a Casa Cervi, in provincia di Reggio Emilia, e ha paragonato il coraggio dei partigiani con quello dei migranti di oggi, che lottano per vivere in pace e sicurezza.

 

Ma perché ha ancora senso festeggiare la Liberazione oggi, a 70 anni dal 25 aprile del 1945? Alessandro Guarasci ha sentito Giovanni Bianchi, presidente dell’associazione Partigiani Cristiani:

R. – La Resistenza è stata la lotta di un popolo, con tutte le difficoltà che ci sono in questi casi, con grandi sacrifici e con grande generosità da parte dei giovani, i quali hanno compiuto delle scelte nelle quali hanno giocato la propria vita: non erano lì soltanto per il pane o per la carriera, dentro c’erano tutti i loro ideali, la loro fede…

D. – In tanti o almeno la maggioranza accumuna la Resistenza alle brigate comuniste. Importante, però, fu l’apporto dei cattolici: quando e come?

R. – Non coincide la presenza nelle Brigate Garibaldi, in quelle comuniste, con una ideologia comunista: c’è l’esigenza non tanto e non soltanto di recuperare la presenza di tutte le parti, ma c’è l’esigenza di riscoprire la complessità, e non solo la complessità ma quella che è, direi, pienezza della Resistenza. Non ce l’avrebbero mai fatta i partigiani in montagna senza chi li aiutava nelle cooperative: mio padre, partigiano cristiano, non era in montagna, ma a capo di un cooperativa cattolica portava i viveri… Era presente tutto un popolo: anche i preti e le suore, come suor Teresina a Roma, suor Enrichetta nel carcere di San Vittore… Siccome è una lotta di popolo, anche lì, e soprattutto lì direi, sono presenti i cattolici e i cattolici hanno giocato questo ruolo in tutta una serie di posizioni che devono essere riscoperte non tanto per rivendicare la presenza di una parte, ma la natura vera, complessa della Resistenza, che è in questo senso davvero lotta di popolo.

D. – Lei vede il riaffacciarsi in Europa di nazionalismi ed egoismi che, in qualche modo, richiamano tempi più bui?

R. – Non sono maggioritari, però ci sono. Una delle cose, per esempio, che mi impressiona è che Hitler va al potere sì con un voto democratico, ma soprattutto promettendo la piena occupazione e realizzandola grazie anche alle commesse militari. Il potere demoniaco del potere può essere combattuto soltanto con una convivenza in una democrazia in cui le persone si impegnano fino in fondo e quindi si fanno domande intorno al proprio destino, non si occupano solo di sé, ma anche degli altri… La testimonianza che i credenti, in questo senso, possono dare è l’unico vero antidoto: le altre cose, quelle che si muovono o sul piano dello scandalismo o sul piano della propaganda, mi paiono francamente inefficaci.








All the contents on this site are copyrighted ©.