2015-04-26 10:00:00

Congo, il conflitto dimenticato del Kivu: rapiti tre operatori Onu


Repubblica Democratica del Congo. Tre operatori dell’Onu, uno originario dello Zimbabwe e due congolesi, sono stati rapiti nella regione del Kivu, nota per il conflitto tra esercito e movimenti ribelli per la supremazia della zona, spesso con la partecipazione dei militari ruandesi. I tre, esperti di sminamento, stavano procedendo alla bonifica di una zona. Sulla attuale situazione della regione del Kivu, Giancarlo La Vella ha intervistato Enrico Casale, della rivista "Africa" dei Padri Bianchi:

R. – La regione è instabile di suo, perché dobbiamo considerare che si tratta di una regione ricchissima di materie prime e questo scatena, quindi, gli interessi di numerosi operatori, di numerosi Stati e di numerose milizie. Di conseguenza nell’area non si sono mai placate le tensioni, proprio perché su questa area, da un lato, c’è l’interesse del Congo a riprendere il controllo sull’intera regione e, dall’altra parte, c’è l’interesse di potenze confinanti – penso soprattutto al Rwanda – ad estendere la propria influenza per riuscire a mettere le mani su queste risorse importanti.

D. – Come si sta vivendo in Kivu?

R. – Il vero problema - a mio parere - è proprio la popolazione civile: la popolazione ha subito negli ultimi 15 anni delle violenze inaudite e non solo nell’ambito di conflitti, ma anche relative proprio allo sfruttamento del territorio. Mi sono interessato negli anni scorsi della gestione delle miniere: nelle miniere di oro, per esempio, vengono sfruttati uomini, donne e anche i bambini. Ci sono enormi buche del territorio, dove si calano per recuperare un po’ di oro che andrà venduto in altri mercati e del quale a loro non rimarrà assolutamente nulla. Lavorano per 24 ore in condizioni tremende! Anche queste sono violenze legate alla guerra.

D. – Terra di conflitto vuol dire anche bambini soldato?

R. – Certamente! In questa area la piaga dei bambini soldato è particolarmente grave. Da sempre vengono arruolati ragazzi e bambini di tutte le età, che vengono mandati a combattere al fronte, sia nelle milizie, sia anche – purtroppo – in alcuni reparti delle forze armate. Una piaga terribile, perché segna la vita di questi ragazzi fino alla loro maturità, compromettendo praticamente la loro crescita. E’ una piaga veramente terribile!








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