2015-04-26 14:42:00

Gela, Convegno della Divina Misericordia: messaggio del Papa


Una “provvidenziale opportunità” per “approfondire uno dei principali temi della predicazione di Gesù Cristo che è il volto della Misericordia del Padre”: così Papa Francesco, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, ha definito il VI Convegno della Divina Misericordia promosso oggi al Pala Livatino di Gela, in Sicilia. L’appuntamento raduna movimenti, gruppi di preghiera e fedeli che si ispirano al messaggio della Divina Misericordia consegnato da Santa Faustina Kowalska.  Al microfono di Tiziana Campisi, don Pasqualino Di Dio – tra gli organizzatori del convegno – spiega il perché dell’iniziativa:

R. – Misericordia vuol dire andare incontro a chi soffre e noi qui, in Sicilia, stiamo vivendo questa situazione anche attraverso gli sbarchi, che continuamente avvengono nel nostro stretto. Il tema della Misericordia è questo annuncio di speranza e di amore che noi dobbiamo avere verso ogni persona, verso ogni nostro fratello.

D. – Perché la scelta di Gela per ospitare il Convegno della Misericordia?

R. – La nostra città è interessata oggi da crescenti disagi sociali, dovuti alla crisi del polo petrolchimico gelese. Questa situazione diventa esplosiva se rapportata al problema che noi viviamo, quello del disagio sociale legato alla malavita organizzata, che fa leva sul bisogno della gente per reclutare masse crescenti di giovani, che hanno perso ogni fiducia nelle istituzioni locali e che non riescono più a fronteggiare le istanze – sempre più crescenti – di giustizia sociale, di sicurezza nel futuro, di certezze per i propri figli. Per Gela diventa anche motivo di speranza, perché Misericordia vuol dire anche riscatto. Gela, la Sicilia, con tutto quello che stiamo vivendo, è una terra aperta, che ha tante potenziali spirituali, culturali e umane e soprattutto tanta capacità di amore e di accoglienza. Noi non possiamo permetterci di farci rubare la speranza e di piegarci nella rassegnazione, anche se a volte ci sentiamo soli… Dobbiamo aprirci con fiducia per costruire un futuro migliore.

D. – Il convegno è giunto alla sua sesta edizione. Quali sono i suoi frutti in questi anni?

R. – Il frutto principale è quello di aver trasformato quella che è la semplice devozione in una spiritualità, che è fondata sulla fiducia in Dio e la Misericordia verso i fratelli. Un ulteriore frutto è stata la creazione della Piccola Casa della Misericordia di Gela, che cerca di attualizzare il messaggio biblico della Misericordia e le indicazioni di Papa Francesco di andare incontro alle periferie esistenziali. La Piccola Casa è un centro il cui scopo principale è l’annuncio di Gesù Cristo, Buon Pastore e Buon Samaritano; così come la promozione dell’individuo, il suo reinserimento nel tessuto relazionale sociale. La Piccola Casa, con lo sforzo di tanti volontari, ogni giorno, nel silenzio, lavora per andare incontro al disagio di oltre 2 mila persone, cercando di soddisfare le necessità primarie, come mangiare, lavarsi, lavare la propria biancheria, essere ascoltati, sentirsi riconosciuti e recuperare risorse personali, fisiche e psicologiche attraverso il centro di ascolto e con le consulenza professionali. Sostiene gli immigrati e le famiglie con disagio socio-economico con la “Mensa della solidarietà”, la distribuzione di pacchi alimentari, di abbigliamento. La Casa è anche un centro di spiritualità ed organizza scuole di preghiera, corsi riservati alle famiglie e ai giovani; svolge anche un servizio di supporto alle famiglie dei carcerati e offre un sostegno scolastico ai ragazzi della scuola dell’obbligo. Vediamo come la Provvidenza ci assiste ed opera. Il messaggio della Misericordia se non passa dalla preghiera all’azione diventa sterile, diventa soltanto devozionismo e basta, fine a stesso, e non produce nulla.

D. – Questa Piccola Casa della Misericordia come è nata?

R. – E’ nata attraverso l’incontro che ho avuto con Papa Francesco il 2 aprile del 2013 e attraverso l’incontro con un povero: lì è nato questo desiderio di andare incontro a questi nostri fratelli. Tutto questo grazie alla disponibilità di coppie giovani che si sono subito adoperate per la realizzazione di questo progetto. Abbiamo visto come veramente il Signore ci assistesse dall’alto e benedicesse ogni nostra iniziativa. Anche grazie al sostegno del nostro vescovo, mons. Gisana, che è costantemente presente e ci spinge ad andare avanti. La Piccola Casa si trova in un locale, in affitto, che il Comune di Gela ci ha messo a disposizione: lì cerchiamo, insieme a loro e insieme alla diocesi, di aiutare famiglie disagiate e anche gli immigrati.

D. – Qual è il messaggio che vuole dare il Convegno della Misericordia di quest’anno?

R. – Il messaggio è quello del tratteggiare il volto dell’amore misericordioso del Padre che in Gesù Cristo possiamo vedere, che possiamo contemplare. Ma questo non basta, perché il volto di Dio dobbiamo ricercarlo nei fratelli, nei fratelli poveri, perché lì Gesù è presente. Quindi cercare la Misericordia di Dio, ma riversarla poi nelle opere: questo è anche lo spirito del Giubileo della Misericordia, che il Santo Padre ha indetto.








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