2015-04-28 18:56:00

Bagarre alla Camera sull'Italicum. Con noi S. Ceccanti


Altissima tensione in aula a Montecitorio,  dove i deputati stanno esaminando e votando  la riforma elettorale. Dopo aver superato indenne il primo scoglio del voto a scrutinio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità, il governo ha deciso di mettere la fiducia sull'Italicum. Tre i voti, domani e giovedi. In rivolta minoranza Pd e opposizioni. Servizio di Giampiero Guadagni

Dopo anni di rinvii ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese. In un tweet il premier Renzi spiega il ricorso al voto di fiducia,  decisione adottata all'ora di pranzo dal Consiglio dei ministri, dopo che in mattinata a scrutinio segreto erano state respinte con circa 80 voti di scarto le otto pregiudiziali di costituzionalità all'Italicum. Ma l'opposizione è sulle barricate e protesta in Aula. Forza Italia, con il capogruppo Brunetta,  denuncia quello che definisce fascismo renziano. Dello stesso tenore le accuse dai banchi del Movimento 5 Stelle.  Lancio di crisantemi gialli da parte dei deputati di Sel che parlano di funerale della democrazia. Per la Lega la legge è pessima è allontana ancor più i cittadini dalla libera scelta.

Nonostante il dissenso su merito e metodo, la minoranza Pd dovrebbe invece votare la fiducia, tranne alcuni esponenti come Fassina, Civati e Speranza. A tutti Renzi risponde: la Camera ha il diritto di mandarmi a casa, la fiducia serve a questo. Ma finché sto qui conclude il premier, provo a cambiare l'Italia.

 

Dunque la decisione di mettere la fiducia ha provocato una vera bagarre in aula. Per l’opposizione è una decisione senza precedenti. Abbiamo sentito il costituzionalista Stefano Ceccanti:

C’è stato un precedente nel 1953 da parte di Alcide De Gasperi, in quel caso per battere l’ostruzionismo dei partiti di destra e di sinistra. Ed oggi il problema non riguarda la quantità di emendamenti, ma il rischio che nello scrutinio segreto – possibile alla Camera a differenza del Senato dove è impossibile – alcuni voti dei dissenzienti con le opposizioni snaturino il testo, ritenuto dal governo un testo fondamentale per la governabilità del Paese.

D. - Le opposizioni dicono, però, che le regole si fanno insieme. Non c’è stato abbastanza tempo per una trattativa su questa legge?

R. – Le regole sono state fatte insieme. Sono stati presi alcuni degli aspetti richiesti dalla minoranza interna del Partito Democratico, per esempio un numero molto elevato di preferenze. Si è abbassata la soglia di sbarramento del 3% per dare ragione alle forze minori, anche quelle che oggi protestano. E, soprattutto, è stato fatto un accordo di sistema con Forza Italia. Poi Forza Italia ha ritenuto, dal suo punto di vista, di sottrarsi al voto alla Camera perché non ha condiviso la scelta di Sergio Mattarella come presidente. Ma questo non c’entra con il contenuto.

 








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