2015-04-28 13:19:00

Bologna: Libera e Cnr uniti nella lotta all'illegalità


Sulla scia della XX Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie, tenutasi a Bologna il 21 Marzo scorso, il mondo della ricerca incontra oggi Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, presso l'area Ricerca Cnr per discutere di un progetto di lavoro comune nell'ambito dello sviluppo sociale. Questa collaborazione nasce per denunciare l'illegalità e le contaminazioni mafiose su tutto il territorio italiano. Claudia Minici ha intervistato Giorgio Lulli, ricercatore presso il Cnr:

R. – L’incontro avviene dopo che qui a Bologna c’è stata la Giornata del ventennale di “Libera” in memoria delle vittime della mafia, e quindi in quell’occasione come ricercatori, come mondo della ricerca, ci siamo anche posti il problema di capire se potevamo dare un contributo a questo processo di cui “Libera” è un po’ un esempio nel nostro Paese. Noi, come ricercatori siamo impegnati in attività che sempre più cercano di dare risposte ad alcune sfide che il futuro e anche il presente ci pongono, come la sfida ambientale, per esempio. E crediamo che appunto questi temi in qualche modo convergano con il modello di società che in un certo senso “Libera” si impegna a promuovere. Noi vogliamo intanto incontrarci per conoscerci meglio e poi vedere, sulla base del dibattito e degli spunti che verranno fuori, provare anche a stabilire delle forme di collaborazione in cui soggetti di entrambe le parti possano in qualche modo scambiare le proprie esperienze in modo utile per entrambe le parti. Quello di oggi è il primo passo.

D. – E’ la prima volta che “Libera” incontra il Cnr?

R. – Oggi qui, a Bologna, abbiamo voluto in qualche modo essere un’esperienza di traino, se così si può dire, per la realtà nazionale. Il Cnr è tutto; si aspetta che possa partire un discorso di collaborazione. Per quanto riguarda la ricerca pubblica, in particolare il Cnr – che è il più grosso ente di ricerca pubblico italiano – penso che questa sia la prima volta che ci sarà un incontro del genere.

D. – Si cerca una presa di coscienza maggiore?

R. – Certo, perché le cronache dimostrano che nessun territorio è immune dalle contaminazioni della malavita organizzata e mafiosa. E quindi anche noi che ci muoviamo su un territorio che apparentemente presenta meno problemi di quelli che sono più conosciuti come territori in cui la mafia, in particolare, domina, però abbiamo avuto anche qui problemi di questo tipo; come cittadini, ancora prima che come ricercatori, siamo interessati e simpatizziamo con “Libera” come associazione. In più, ci sono pure degli aspetti specifici – e noi lo mettiamo in rilievo – anche nell’ambito della nostra realtà quotidiana, di ricercatori che appartengono all’ambito della ricerca pubblica: problemi di legalità esistono! Si manifesta con forme di ingiustizia nell’assegnazione delle carriere che non sono sempre meritocratiche, oppure nella gestione dei finanziamenti, che non ha sempre una trasparenza cristallina … Ci poniamo anche il problema di essere più responsabili, consapevoli che il funzionamento, anche dal punto di vista etico, di queste istituzioni, sia sempre più trasparente e sempre più improntato ai principi che ispirano l’azione di “Libera”.








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