2015-04-28 14:05:00

Usa: 5.000 soldati a Baltimora dopo le violenze in periferia


La città di Baltimora in Maryland come la piccola cittadina di Ferguson in Missouri:  negli Stati Uniti nel giro di pochi mesi riesplode la rabbia della comunità afroamericana contro metodi violenti della polizia. E’ successo dopo che l'ennesimo ragazzo di colore, Freddie Gay, è morto dopo l'arresto, con la  spina dorsale spezzata.  Nel giorno del funerale, i momenti di preghiera di  migliaia di persone si sono trasformate in protesta, poi in rivolte e violenze e razzie in negozi e Centri commerciali. Per capire contesto e spessore del fenomeno, Fausta Speranza ha intervistato Gray Lawrence, docente di Scienze politiche alla John Cabot University:

R. – Non è soltanto quello che vediamo in televisione, con i manifestanti, la violenza … pare che siano stati richiamati circa 5 mila soldati per ristabilire l’ordine! Potete immaginare una città come Bologna, che più o meno ha le stesse dimensioni di Baltimora, e le autorità italiane che mandano 5 mila soldati per ristabilire l’ordine … In una città storica, civile come è Bologna e come è anche Baltimora. Ovviamente, questi problemi sono legati alle condizioni socio-economiche dei quartieri, dei manifestanti … Ma tutto questo è molto ben conosciuto: da anni ci sono problemi in questa parte di Baltimora, e non soltanto a Baltimora ma anche in altre città dove ci sono problemi, dove mancano le opportunità per chi non ha un’ottima educazione, per chi è di colore e così via dicendo. E’ ancora una volta un esempio di queste esplosioni che si verificano di solito dopo che è successo un fatto inspiegabile, come quello della morte di questo ragazzo nero proprio dentro la macchina della polizia! E tutti – sia di sinistra, sia di destra – criticano questo fatto. Anzi, l’unica cosa sorprendente è che non accadano più spesso, questi atti di violenza di strada in questi quartieri nei quali ovviamente c’è una rabbia incredibile e che riesce ad esprimersi soltanto in queste situazioni. Sorprende che non esca fuori più spesso, anche per vie più organizzate, politicamente sensate …

D. – Baltimora e Maryland come Fergusson in Missouri?

R. – Fergusson è una piccola cittadina, mentre Baltimora è una città grande e storica, vicina alla capitale Washington! Fergusson, nessuno sapeva neanche dove fosse, prima che vi accadessero i noti tragici fatti. Però lì pure c’è lo stesso problema anche se non è molto manifesto, perché Fergusson non è una grande città. Ci sono gli stessi problemi oggettivi di natura socio-economica, in più la violenza da parte della polizia, nel caso di Fergusson è ancora più accentuato, perché la comunità afroamericana è stata molto poco rappresentata nella forza di polizia. Sembra che gli americani non arrivano ancora a pensare che nella polizia debbano esserci dei rappresentanti delle comunità sulle quali vigilano: non possono essere solo persone estranee a queste comunità, devono avere la fiducia della gente. E c’è molto da fare ancora, in un dipartimento di polizia come quello di Fergusson. Ma anche a Baltimora dove dovrebbe essere più sofisticata la polizia. Quindi, c’è molto da fare, riguardo alla formazione delle persone che rappresentano la legge, la cosiddetta autorità. Questa è una questione antica. C’è poi la questione nuova di quanto si stia lentamente chiudendo la società americana. Non è ancora molto chiusa, ma lentamente si sta chiudendo. Stanno diminuendo le possibilità di uscire fuori da questi quartieri. La società americana, soprattutto vista dagli europei, è sempre il Paese delle grandi opportunità, e questo è anche vero. Però, si sta chiudendo sempre più. Non è che non è più possibile; è che non è più come una volta. E questo semplicemente perché i ricchi stanno diventando veramente ricchi e i poveri stanno diventando veramente poveri.








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