2015-04-30 17:08:00

Immigrazione, l'Italia investe in quella legale e informata



C'è un'alternativa all'immigrazione illegale e alle tragedie del Mediterraneo. I.P.R.I.T. (Immigrazione Percorsi di Regolarità in Italia) è un progetto nato tre anni fa dalla collaborazione del 'Centro Studi e ricerche Idos' - che dal 2004 pubblica il Dossier statistico immigrazione - con il Ministero dell'Interno e il governo tunisino. Il progetto  si è poi allargato al Marocco e punta a coinvolgere altri paesi, soprattutto del Mediterraneo. Obbiettivo primario: favorire in tutti i modi un'immigrazione legale, informata e consapevole. "Uno dei modi per favorirla - spiega Ugo Melchionda, presidente Idos - è far conoscere la realtà, le norme che riguardano l'immigrazione in Italia, sia ai migranti che agli operatori pubblici e privati di questi Paesi. Attraverso un'associazione di marocchini e tunisini che vivono in Italia, l'Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere), abbiamo raggiunto 25 operatori in ciascun Paese, prescelti nel settore pubblico e sociale, per formarli affinché possano diffondere i contenuti appresi fra quanti vogliono emigrare in Italia".

 

Oltre la logica emergenziale

"E' un progetto che va controcorrente rispetto alla logica emergenziale che ha sempre caratterizzato le politiche migratorie in Italia", spiega Antonio Ricci della redazione Idos, project manager del Progetto IPRIT. "Il nostro obbiettivo è realizzare delle collaborazioni che portino ad evitare le tragiche avventure dell'immigrazione irregolare". "Marocco e Tunisia sono stati scelti perché il Mediterraneo era una priorità e c'era una continuità tra la società italiana e quelle di questi due paesi. I marocchini sono la principale comunità straniera, non europea, presente in Italia e le loro reti di associazioni presenti sul territorio italiano creano una forte attrazione. La Tunisia, subito dopo la rivoluzione dei gelsomini, rappresentava invece il Paese ideale per reinstaurare un dialogo che era rimastro interrotto". "Marocco e Tunisia hanno firmato un partenariato sulla mobilità con i Paesi dell'UE", spiega ancora Ricci. "In questo momento di crisi economica abbiamo le quote degli ingressi per lavoro ferme a zero. Ma ciò non toglie che si possano, con questi strumenti, creare dei laboratori di collaborazione fra le istituzioni per gestire i flussi in futuro".

Immigrazione, un fenomeno positivo

"Presentando il nostro progetto - spiega il presidente Idos Melchionda - il Vice Prefetto Carmelita Ammendola, del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, ha ammesso pubblicamente che il Governo aveva avuto finora un approccio restrittivo e securitario all'immigrazione, guardando solo alla repressione dei flussi irregolari, senza cogliere la positività di questo fenomeno. Il progetto IPRIT mostra come l'Italia si accorga oggi che l'immigrazione può essere un fenomeno positivo. Del resto, studi recenti dimostrano che il costo sociale dell'immigrazione non c'è. Se si calcola quanto gli immigrati danno al nostro sistema contributivo ed economico e quanto noi spendiamo per loro vediamo che il bilancio è a nostro favore. Si parla di circa quattro miliardi e ottocento milioni di bilancio positivo. Anche guardando al made in Italy, che è protagonista all'Expo 2015, pochi ricordano che senza i lavoratori indiani non ci sarebbe la produzione del Parmigiano Reggiano in Italia o che nel nostro Paese oggi esistono mezzo milione di immigrati imprenditori", conclude Malchionda.  








All the contents on this site are copyrighted ©.