2015-05-01 12:00:00

Expo, card. Ravasi: soddisfare fame materiale e spirituale


E' visitabile fino 31 ottobre l'Expo di Milano, apertasi ufficialmente nel giorno del Primo Maggio. La sera prima il concerto inaugurale, in piazza Duomo a Milano con l’accensione dell’albero della vita, la struttura simbolo del padiglione Italia, ha raccolto 20.000 persone. L'Expo, a nord ovest del capoluogo lombardo, con i suoi padiglioni su una superficie di 110 ettari, rappresenterà Paesi e culture secondo il filo rosso del cibo. Da parte sua, il presidente della Repubblica Mattarella, in un’intervista al Corriere della Sera, chiede che l’Expo sia punto di svolta: nutrire il pianeta – dice – è questione cruciale. Il servizio di Fabio Brenna:

“Dichiaro ufficialmente aperta l’Esposizione Universale Expo Milano 2015”.

Sono le parole del premier Matteo Renzi. Insieme ai 145 Paesi partecipanti, i 9 cluster tematici sul cibo che ospitano i Paesi che non hanno potuto realizzare un proprio padiglione. Nel teatro del sito espositivo, dal palco immerso in un campo di grano, i discorsi inaugurali delle autorità italiane, davanti ai rappresentanti del mondo, ai cardinali Scola e Ravasi; e con l’intervento di Papa Francesco, un messaggio di speranza da tradurre in impegno attivo contro la fame e il sottosviluppo. Un’occasione di rilancio anche per l’Italia, come ha sottolineato il presidente del Consiglio:

“Mi piace pensare che oggi inizia il domani; inizia il domani di un Paese che ha un passato straordinariamente bello da far venire i brividi, ma che ha voglia di futuro e che sa che l’unico modo per costruire questo futuro è abbracciare il mondo e non avere paura di ciò che ci circonda”.

Una lotta contro il tempo che ha impegnato 9 mila lavoratori, e nella festa a loro dedicata è andato il grazie per aver portato quasi a termine il progetto. Da oggi cancelli aperti ai visitatori. 10 milioni i biglietti già venduti; il doppio le persone attese a Milano. 7.500 gli eventi previsti nel sito, 20 mila quelli a Milano, come ha ricordato il sindaco Giuliano Pisapia, lanciando la sfida alla sua città, ad saper essere aperta e solidale:

“Siamo qui, insieme, per dimostrare che tutti possiamo fare molto, che ognuno può fare qualcosa e che dobbiamo farlo”.

La giornata di festa termina con la Turandot alla Scala. Massima allerta nell’imponente sistema di ordine pubblico – 4 mila agenti – per le manifestazioni che si terranno nel pomeriggio.

Proprio per l’importanza del tema scelto: "Nutrire il pianeta, energia per la vita", la Santa Sede ha voluto essere all’Esposizione universale. Fabio Colagrande ha intervistato il cardinale Gianfranco Ravasicommissario generale della Santa Sede per l’Expo 2015:

R. – Già nel 1851, quando regnava Pio IX, alla grande Esposizione del lavoro e dell’industria di tutte le nazioni che si svolgeva a Londra, era presente la Santa Sede e la sua presenza fu, in altre occasioni, anche molto imponente. Nell’Esposizione di New York del 1964, ad esempio, fu inviata nientemeno che la Pietà di Michelangelo, che per la prima volta lasciava la Basilica di San Pietro. Quindi la Santa Sede è sempre stata presente su questa grande ribalta delle nazioni del mondo, una vetrina delle produzioni, delle attività di tipo economico, delle questioni cruciali dal punto di vista pratico, sociale.

D. – “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema di questa Expo 2015; ma al di là delle intenzioni c’è chi teme che si trasformi soprattutto in una vetrina di carattere commerciale. In questo senso che significato ha la presenza della Santa Sede?

R. – La presenza della Santa Sede vuol essere quasi come una sorta di spina nel fianco di questa grande platea economico-commerciale. E’ l’unico padiglione, per esempio, che non espone e propone prodotti in vendita. Sono due i motti del padiglione e sono scritti anche sulle facciate del padiglione stesso, che è nello stile di Papa Francesco, molto sobrio; l’ingresso è affidato appunto a queste parole che vengono quasi ricordate come una memoria e nell’interno c’è un percorso distribuito su uno spazio di 330 metri quadri calpestabili, quindi non è così sontuoso come accade in altri padiglioni. I due motti sono: “Non di solo pane” e “Dacci oggi il nostro pane”, due frasi che sono prese dalla Bibbia e rimandano al fatto che l’uomo non vive di solo pane, supera se stesso, ha al suo interno qualcosa di più che va oltre i suoi meccanismi biologici. Ma dall’altra parte si ricorda anche che l’uomo e la donna devono vivere anche materialmente: quindi “Dacci oggi il nostro pane” e cioè un pane quotidiano, un pane che spesso, nella scena del mondo, è invece riservato solo ad alcuni pochi. Al centro di questo padiglione ci sarà un grande tavolo interattivo per cui i visitatori potranno in qualche modo essere coinvolti in una sorta di dialogo; e vuole rappresentare proprio il mondo: a un estremo ci siamo noi, il Nord del mondo che ha beni in abbondanza e dall’altra parte invece c’è una massa molto maggiore che deve accontentarsi soltanto di briciole. Ecco perché c’è anche il tema della fame che incombe, e tutto un tema secondario legato al “Dacci oggi il nostro pane” che è appunto quello del pane spirituale e ci fa entrare nel tema dell’Eucaristia.

D. – Ma il tema del nutrimento, della fame, affrontato dal punto di vista antropologico, sanitario, sociale, sarà al centro anche di altri dibattiti che si svolgeranno nel padiglione della Santa Sede, non è vero?

R. – Accanto a questo padiglione, che avrà al suo interno anche una serie di filmati che riguardano proprio questi temi - girati uno a Erbil in Iraq, un altro in Burkina Faso, un altro in America Latina - c’è anche un altro padiglione, direi quasi spirituale, mobile, che è fatto da una serie di eventi e manifestazioni collegati al padiglione della Santa Sede e che toccano tutti questi temi. Per esempio, la Caritas toccherà il tema della fame nel mondo e progetti efficaci per affrontarla. Ma ci sarà anche, da parte dell’ospedale del Bambin Gesù, una serie di incontri che toccano temi profondamente umani: pensiamo al dramma della bulimia e dell’anoressia, il tema dell’allattamento, molti temi antropologici che si intrecciano profondamente con la dimensione medica e con la dimensione esistenziale. E noi stessi faremo, il giorno ufficiale della celebrazione, l’11 giugno per la Santa Sede, una riflessione antropologica su questo tema - il tema della fame del mondo - e anche un Cortile dei Gentili, che vedrà la presenza, tra credenti e non credenti, di Nicolas Hulot, il presidente della conferenza sul clima che si svolgerà a Parigi: tratteremo quindi anche il tema della custodia del Creato. Inoltre, paradossalmente, noi alla fine saremo l’unico padiglione che chiederà qualcosa ai visitatori per la fame nel mondo, per la carità del Papa. E alla fine, distribuendo ai visitatori una calamita con l’immagine del Papa, chiederemo a chi può e vuole di compiere un gesto nei confronti di questo orizzonte che grida a noi la sua sofferenza.








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