2015-05-01 13:24:00

In Nepal l'esercito parla di 15mila morti, certi 6mila


Sale inesorabilmente il bilancio del sisma che ha devastato il Nepal sei giorni fa: oltre seimila le vittime accertate, più di 13mila i feriti, ma alcuni distretti non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi e l’esercito teme un’ecatombe da 15mila morti. Gli aiuti arrivano con difficoltà; in Italia scatta la colletta nazionale della Cei domenica 17 maggio in tutte le chiese. Roberta Barbi:

Un Paese allo stremo. Il Nepal a sei giorni dal sisma fa i conti con le cifre impressionanti di morti e feriti ma anche con i danni: 130mila case distrutte e 85mila danneggiate secondo una prima stima dell’Onu, che significa quasi tre milioni di persone sfollate e bisognose di aiuto. Due miliardi di dollari la prima cifra stimata dal governo per la ricostruzione; 8 milioni, secondo la Fao, sarebbero necessari per aiutare i contadini nell’imminente stagione della semina del riso. Ma la prima emergenza è quella sanitaria: 54 squadre di soccorso di diversi Paesi sono al lavoro e proprio ieri, giorno in cui sarebbero state interrotte le operazioni, 4 persone sono state estratte vive dalle macerie. L’Unicef ha distribuito già 29 tonnellate di aiuti nel tentativo di raggiungere i quasi due milioni di bambini che vivono nelle aree più colpite e ieri sera è arrivato a Kathmandu un aereo militare italiano con un ospedale da campo da montare. Bisogna fare presto, perché ora il rischio è quello di epidemie: malattie da acqua infetta, diarrea, ma lo spettro peggiore è il colera, come fu per Haiti cinque anni fa. Intanto resta lo stato di crisi in 12 distretti e il governo nepalese ha stabilito multe e pene carcerarie per i saccheggiatori e per chi aumenta i prezzi dei prodotti di prima necessità, mettendo anche in guardia contro chi mette in giro false voci di nuove scosse, seminando il panico tra la popolazione.








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