2015-05-02 20:00:00

Gli scontri a Milano: la procura indaga per devastazione


A Milano, il giorno dopo gli scontri che hanno devastato il centro, i cittadini scendono in piazza per ripulire, mentre la magistratura indaga per devastazione.  Dal vertice di stamattina in Prefettura, unanime la convinzione che ci voglia una responsabilità condivisa affinché non accadano mai più fatti di violenza come quelli che ieri hanno devastato Milano. La cronaca della giornata nel servizio di Elvira Ragosta:

Tanti i milanesi che dalle prime ore della mattina sono scesi in strada accanto ai tecnici del Comune per ripulire le strade del centro. Mentre la magistratura indaga per devastazione, un reato che prevede pene fino a 15 anni di carcere. Si cerca nel mondo antagonista, al vaglio degli inquirenti anche le immagini filmate ieri pomeriggio, dalle quali si cerca di rintracciare i volti di quella frangia violenta del corteo no Expo che ha distrutto 12 negozi, portoni di abitazioni, alcuni sportelli bancomat e bruciato 17 automobili. Intanto, per le 5 persone arrestate ieri in flagranza per resistenza, lesioni e altri reati è stata chiesta la custodia cautelare. Nel Vertice in Prefettura di questa mattina la Regione Lombardia ha istituito un fondo di 1 milione e mezzo di euro per risarcire i cittadini dei danni subiti. “Gli italiani sanno benissimo da che parte stare- ha commentato oggi il presidente del Consiglio, Matteo Renzi- quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare Expò”. Il leader della Lega Matteo Salvini sollecita le dimissioni a sorte del premier o del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che elogia le forze dell’ordine  e dice “Abbiamo rischiato un altro G8”.

Ma chi sono i black bloc? Ascoltiamo il giornalista Franco Fracassi, esperto del fenomeno, al microfono di Marina Tomarro:

R. – Esiste una parte dei black-bloc che protestano per una questione ideologica, nel senso che loro sono persone che rifiutano il modello capitalista e si accaniscono contro quelli che loro definiscono i simboli del capitalismo. Non attaccano le persone ma distruggono le cose: questo è il loro imperativo. Molti di questi black-bloc appartengono a comunità agricole sparse per l’Europa: questa è la componente originale, che è diventata quella minoritaria, anche se è quella che poi ha ispirato le altre componenti o comunque e quantomeno ha dato loro una parvenza di giustificazione per le azioni che compiono. Le altre componenti sono: una componente politica e poi c’è una terza componente che non ha nulla a che vedere con alcun tipo di ideologia ed è gente che rompe tutto, molti sono gli stessi che vanno allo stadio in curva a picchiarsi con gli altri tifosi o a rompere tutto nelle varie città che li ospitano e che quindi sanno che avverranno gli scontri, si organizzano e si infilano in mezzo agli scontri. I black-bloc, anche se appartengono a gruppi differenti, in molti casi sono molto bene organizzati. Usano tattiche di guerra che si chiama “a sciame d’api”, che consentono loro di colpire, di attaccare senza farsi prendere.

D. – C’è un modo per bloccarli?

R. – In occasioni passate, i nostri servizi segreti avevano l’elenco completo, nome per nome, indirizzo per indirizzo, della maggior parte di queste persone. Si sa chi sono e spesso nelle manifestazioni, quando appaiono, si capisce subito che accadrà qualcosa e si individuano immediatamente.

D. – Questa mattina, a Milano, è stato convocato dal prefetto un vertice nel quale è stato ribadito un impegno unanime, perché non accadano mai più fatti del genere …

R. – Più che vertici, dovrebbero fare il loro lavoro, come in altri Paesi dove riescono ad arginare questo fenomeno: in Italia c’è una totale incapacità, in questo.








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