2015-05-03 14:16:00

Iraq, violenze. Card. Sandri: porto la solidarietà del Papa


Non si ferma la violenza in Iraq. Almeno 19 persone sono morte in due distinti attentati a Baghdad rivendicati dai jihadisti dello Stato Islamico. Si teme poi per la sorte di centinaia di yazidi prigionieri del califfato nel nord dell'Iraq. E oggi prosegue a Baghdad la visita del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, che ha incontrato la comunità cristiana e referenti musulmani e portato la solidarietà del Papa alle massime autorità del Paese. Il servizio di Marco Guerra:

Lo Stato islamico torna a colpire la capitale irachena. I jihadisti dell’Is hanno rivendicato le due autobomba esplose a dieci minuti di distanza l'una dall'altra nel distretto shiita di Karrada, noto per i suoi ristoranti e caffè. Almeno 19 le vittime accertate. Califfato che, secondo quanto riportato dalla Bbc e da alcuni media curdi, si sarebbe macchiato nei giorni scorsi di un nuovo orrendo massacro: l’esecuzione di centinaia di prigionieri yazidi nei pressi di Mosul. Trecento per la tv britannica, 600 secondo la stampa curda, che parla di corpi ammassati in un pozzo. Oggi, invece, i rappresentanti della comunità yazida confermano l’uccisione di 25 prigionieri yazidi tenuti in un capo dell’Is nei pressi del confine della Siria.

Il cardinale Sandri a Baghdad
Intanto, a Baghdad prosegue la visita del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. Ieri la visita alla moschea Abu Hanifa, alla cattedrale latina e ad alcuni centri della Caritas irachena. Oggi è la volta dell’incontro il premier e il presidente iracheno. Sentiamo il porporato raggiunto telefonicamente:

 

R. – C’è una grande volontà di unità, di solidarietà, per superare tutte queste difficoltà. I cristiani, e i cattolici in particolare, sono tutti portati a collaborare nella costruzione di un Iraq del futuro, pieno di pace, di democrazia, di giustizia, di solidarietà. Veramente ho potuto apprezzare questa situazione in questi giorni benché sempre circondati da notizie così crudeli, come quella degli yazidi oppure qualche esplosione qui nella capitale, anche vicino alla nunziatura, dove stavamo.

D. – Lei sta incontrando anche le autorità, cosa chiede loro?

R. – Adesso trasmetterò al primo ministro – al presidente già l’ho fatto – il saluto del Papa, la vicinanza di tutta la Chiesa cattolica, con la preghiera, la solidarietà e con il desiderio di vedere questo grande Paese che superi queste difficoltà di oggi. E lo ringrazierò, come ho ringraziato il presidente, per tutta l’attenzione che hanno verso i cristiani, in particolare per i nostri cattolici. Devo dire che da parte loro c’è una grande ammirazione per il Santo Padre e un grande desiderio di poterlo vedere un giorno, quando sia possibile, qui in Iraq. E soprattutto anche una nostra vicinanza, della Chiesa cattolica, per la difesa di tutto il patrimonio culturale monumentale che hanno gli iracheni.

D. – I cristiani sono una presenza importante per l’Iraq e il Medio Oriente: immagino che si voglia fermare questo esodo degli ultimi anni per tenere una presenza molto importante e ricca per la società irachena.

R. – Certo, certo, è esattamente quello che si vuole fare e loro auspicano e fanno il possibile per arrivare a questo stop dell’esodo dei cristiani. Eventualmente, quello che sarebbe anche ideale, sarebbe il loro ritorno alle loro terre.

D. – Un’ultima domanda, il dialogo interreligioso come va in questo Iraq martoriato?

R.  – L’Iraq è veramente una realtà molto attiva. Io ho avuto occasione di incontrare sia musulmani sciiti, sunniti, e in tutti trovo questa volontà di proseguire il dialogo interreligioso come pure con tutte le altre religioni. Ma veramente c’è una grande volontà in questo senso e bisogna sempre lavorare così.








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