Prendono la via del ritorno le prime squadre di soccorso indiane, dopo la richiesta avanzata ieri dal governo nepalese ai Paesi che hanno risposto generosamente alla chiamata di aiuto ma che hanno anche messo in serie difficoltà la scarsa logistica possibile nel dopo-sisma. La necessità - riferisce l'agenzia Misna - è ora di garantire un livello minimo di sussistenza a centinaia di migliaia di senzatetto in vista dell’avvio della stagione delle piogge fra tre settimane.
1,7 milioni di bambini a forte rischio per la salute
Degli otto milioni di nepalesi coinvolti dal sisma, su 30 milioni complessivi, almeno
due milioni avranno bisogno per un periodo di tre mesi di tende, cibo, acqua potabile
e medicine. Si calcola che 1,7 milioni di bambini siano in condizioni di forte rischio
per la salute nelle aree più colpite e in parte ancora isolate e sono mezzo milione
quelli di cui è in corso la vaccinazione contro il morbillo. Si vanno aprendo con
gradualità le aree rimaste finora più isolate, soprattutto con i mezzi aerei, inclusi
i due elicotteri e i quattro aerei a decollo verticale Osprey di base in Giappone
messi a disposizione dall’aviazione militare statunitense.
Oltre 7.300 i morti e 14.500 i feriti
Salito ancora, rispettivamente a 7.335 e 14.500, il numero dei morti e quello dei
feriti ma il timore è che le vallate finora isolate o i villaggi aggrappati sui pendii
montuosi e spianati da scosse e valanghe potranno restituire un gran numero di cadaveri.
Un bilancio aggravato in alcune aree da piogge e anche dalle nevicate dei giorni scorsi.
Confermata la scoperta ieri di un centinaio di morti, locali e stranieri, nel villaggio
di Langtang, centro di spedizioni di trekking a una sessantina di chilometri a nord
della capitale Kathmandu, seppellito da una frana e dove i soccorritori ancora lavorano
nella neve alta oltre un metro. Diverse le vittime straniere ritrovate, ma anche molti
coloro che erano inizialmente dispersi e poi sono risultati ancora in vita. I cittadini
dell’Unione Europea di cui si sono perse le tracce sono ancora una sessantina, ma
in parte potrebbero essere ritrovati nei prossimi giorni, come è stato finora per
altre centinaia.
La maggior parte delle scuole sono danneggiate
Tra le molte emergenze del dopo-terremoto, va delineandosi anche quella scolastica.
Le autorità hanno previsto la riapertura delle aule il 15 maggio, tuttavia la situazione
degli edifici e del personale, le difficoltà di studenti e famiglie lo renderebbe
un riavvio almeno dimezzato. Si calcola che siano 575 le scuole distrutte dal terremoto
del 25 aprile e dalle scosse di assestamento in 36 distretti sui 75 del Paese. Per
i dati del ministero dell’Educazione, altre 969 sono in parte danneggiate. (C.O.)
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