Il Comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile ha pubblicato ieri una dichiarazione sulla crisi di fiducia e di credibilità che si avverte nel Paese, dal titolo "Coesistenza in Cile: sfida etica e rispetto per la nostra dignità". In questo documento, ripreso dall’agenzia Fides, i vescovi si chiedono cosa sia successo nella vita della nazione per ritrovarsi adesso con un tessuto sociale incrinato e indebolito nella fiducia. Aggiungono che è preoccupante notare la perdita di fiducia nelle relazioni sociali e nella leadership a tutti i livelli: nel campo della politica, dell’economia, della scuola, dell’università e anche nella Chiesa cattolica.
Diritto alla verità: il perdono non è impunità
E' giunto il momento per una profonda introspezione - sottolinea il testo -, sia personale
che istituzionale, che dovrebbe portare anche ad un atto di perdono e di riparazione:
"i cileni hanno diritto sia alla verità che alla giustizia, ma anche alla possibilità
di perdono, che non è la stessa cosa dell’impunità". I vescovi cileni concludono indicando
la necessità di riscoprire che il potere dell'autorità è per servire gli altri e usare
male quel potere provoca danni capitali: "Siamo ancora in tempo per bandire l'idolatria
del denaro e la corruzione, valutare l'azione politica e gli attori, riconoscere il
contributo di tanti lavoratori e delle imprese… infine, per correggere i nostri errori
e insieme rafforzare l'anima del Cile". (C.E.)
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