2015-05-07 08:13:00

Gb: elezioni politiche, difficile formare un governo


Nel Regno Unito, più di 45 milioni di cittadini britannici oggi alle urne per il rinnovo dei 650 seggi della Camera dei Comuni. Gli analisti le definiscono le elezioni piu' incerte della storia del  Paese. Alessandro Guarasci:

Si sono aperte alle 7 ora locale e si chiuderanno alle 22 i seggi per le legislative nel Regno Unito. Comunque andrà arriverà un messaggio forte all’Unione Europea. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito dell'attuale premier, David Cameron, viene accreditato di un 35%, a fronte del 34% assegnato al Labour di Ed Miliband. Insomma, una situazione di estrema incertezza. Sullo sfondo gli euroscettici di Ukip, che però potrebbero essere penalizzati dal sistema elettorale uninominale, e gli scozzesi dello Scottish National Party, in rapida ascesa, che potrebbero guadagnare 50 dei 59 seggi in ballo in Scozia. Possibile un governo di coalizione. Dunque: una riedizione dell'attuale alleanza fra Tories e Lid-dem, o una Grosse Koalition alla tedesca tra conservatori e laburisti, oppure un esecutivo Labour con appoggio esterno degli indipendentisti scozzesi

 

Si profila dunque un risultato che renderebbe difficile per qualunque dei partiti tradizionali formare un governo. Giada Aquilino ne ha parlato con Antonio Villafranca, responsabile del programma Europa dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale:

R. - Si profila un risultato che potrebbe essere in termini numerici, cioè di numero di seggi, il più difficile dal Secondo Dopoguerra. I casi di cosiddetto “hung Parliament” - di “Parlamento appeso” - cioè il caso in cui non si riesca, dopo l’esito delle urne, a formare un governo, sono pochissimi nel secondo dopoguerra. Un primo caso c’è stato nel 1974 con i laburisti, con James Harold Wilson, e il secondo caso è quello più vicino a noi, nel 2010, con Cameron che si è dovuto poi alleare con i liberali. Questa volta la situazione è ancora peggiore, perché i risultati attesi sono intorno al 34% sia per i conservatori sia per i laburisti. Quindi il rischio effettivamente che non si riesca a formare un governo è obiettivamente molto alto.

D. – C’è dunque il rischio della tanto temuta paralisi istituzionale?

R. – Si potrebbe creare appunto un governo di minoranza e poi, da qui a qualche mese, tornare alle urne. Paradossalmente, quello che potrebbe accadere è che, dopo una prima verifica di eventuali alleanze per creare un governo da parte dei conservatori, si possa passare ai laburisti, che potrebbero avere invece maggiori probabilità di creare una coalizione. Perché, ad esempio, gli stessi liberali sono degli alleati naturali dei laburisti e non dei conservatori, com’è oggi. Ma anche lo Scottish National Party, che potrebbe avere circa 50 seggi, potrebbe essere un altro naturale alleato dei laburisti. Quindi probabilmente si inizierà dai conservatori, ma sarebbe più probabile, in termini della creazione di un governo, che i laburisti ci possano riuscire.

D. – È vero poi che Miliband penserebbe a una coalizione con i liberaldemocratici per non dover sottostare in seguito alle richieste del partito scozzese?

R. – Questo sicuramente. Come dicevo, i liberali sono i più naturali alleati dei laburisti, ma in termini numerici comunque non ce la farebbero. Se quello che dicono i sondaggi risulterà vero, anche con i liberali i laburisti arriverebbero a circa 300 seggi. Sono necessari 326 seggi per formare un governo: quindi in ogni caso loro non ci arriverebbero senza appunto gli scozzesi.

D. – Il vincitore annunciato appare allora il partito indipendentista scozzese: potrebbe diventare il terzo partito del Paese?

R. -  È sicuramente il vincitore annunciato per il fatto che, rispetto ad esempio alle precedenti tornate elettorali, ruba moltissimi seggi ai laburisti.

D. – I Tories di Cameron possono contare su alcuni successi del premier in campo economico. C’è disoccupazione bassa e la Gran Bretagna è un Paese più o meno uscito indenne dalla crisi: questo può bastare?

R. – Non può bastare, perché c’è un altissimo malcontento in Gran Bretagna per alcune decisioni prese da Cameron, magari in alcune parti assolutamente comprensibili data la crisi che c’è stata negli anni precedenti. Però il taglio forte che è stato fatto alla spesa pubblica, le riforme che sono state fatte sul sistema sanitario e soprattutto una crescente disuguaglianza dei redditi in Gran Bretagna sono ovviamente degli argomenti formidabili nelle mani delle varie opposizioni.

D. – Tra l’altro, se vincessero i conservatori, dovrebbero realizzare come promesso il referendum sul mantenimento della Gran Bretagna nell'Unione Europea…

R. – Sì, questa è la promessa fatta da Cameron. Paradossalmente, in realtà, per chi volesse invece la Gran Bretagna ancora dentro l’Unione Europea, ci si dovrebbe proprio augurare la vittoria di Cameron. Perché, se Cameron vincesse, inevitabilmente poi andrebbe ad una negoziazione con l’Unione Europea per rivedere i trattati; e poi - dopo una piccola revisione dei trattati - potrebbe fare campagna elettorale per il “sì” insieme ai laburisti. Mentre, se vincessero i laburisti, il rischio che poi questi vengano costretti in qualche modo a indire un referendum farebbe sì che i conservatori invece facessero campagna contro l’adesione all’Unione Europea. E quindi in questo caso, paradossalmente, le probabilità di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sarebbero più alte.

D. – Gli euroscettici e anti-immigrazione dell’Uk Indipendence Party (Ukip) sono cresciuti negli ultimi anni. Alle europee avevano avuto un 27%, ora i sondaggi li danno al 13. Che aspettative ci sono?

R. – Nelle europee, la filosofia del voto da parte del cittadino britannico è stata completamente diversa: era contro le politiche del governo e soprattutto sulla scia del tradizionale euroscetticismo britannico. Ma anche si votava col proporzionale. E, siccome invece adesso si voterà con il sistema maggioritario a collegi uninominali, com’è tradizione britannica, in realtà a prescindere dal fatto che possano prendere un 12, 13, 15% è molto improbabile che abbiano più di 3-4 seggi.








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