2015-05-07 14:00:00

Immigrazione. Bozza risoluzione Onu verso uso forza. Il no del Cir


Sbarco oggi al porto di Cagliari di 210 migranti soccorsi nei giorni scorsi a largo delle coste libiche. Nelle Ultime 24 ore sono oltre 1000 le persone salvate nel Mediterraneo. E mentre l’Europa sta mettendo a punto una roadmap per contrastare l’azione dei trafficanti di uomini, il 18 maggio il Consiglio di sicurezza dell'Onu potrebbe vagliare la bozza di risoluzione presentata dall'Italia per fronteggiare l'immigrazione illegale, previsto anche l’uso della forza. Massimiliano Menichetti:

Bruxelles lavora all’attuazione del vertice straordinario che il 23 aprile ha fatto il punto sull'immigrazione. Già il prossimo 18 maggio potrebbero essere approvate le nuove strategie per colpire i barconi dei trafficanti. Il lancio invece di una nuova operazione congiunta e attività diplomatiche in Libia potrebbero essere sul tavolo dei leader europei il 25-26 giugno. E il 18 maggio potrebbe essere votata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu anche la bozza di risoluzione presentata dall'Italia per fare fronte all'immigrazione illegale, provvedimento che sarà messo sul tavolo del Consiglio già lunedì prossimo al vertice di New York. La strategia immediata è quella del contenimento. Il provvedimento infatti cade sotto l'ombrello del Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, che in extrema ratio può prevedere anche azioni di forza navali, aeree e terrestri.

Dure critiche vengono dal Cir, il Consiglio Italiano per i rifugiati, il direttore Christopher Hein ribadisce che "non si tengono più in conto le persone, ma si ipotizza l'uso delle armi per tenerle in Libia dove non esistono i diritti più elementari":

R. – Mi sembra veramente una proposta che non prende assolutamente in esame cosa succede poi con le persone, con i rifugiati e i migranti che si trovano in Libia, con i rifugiati che non possono ritornare nel proprio Paese, che in Libia non trovano alcuna garanzia di rispetto dei diritti fondamentali; e adesso si vuole anche bloccare militarmente qualunque uscita dalla Libia! Invece di pensare veramente a canali di arrivo legali e protetti, dietro procedure, si chiude ancora l’ultimo rubinetto di speranza per queste persone!

D. – Concretamente, che cosa bisognerebbe fare?

R. – Bisognerebbe fare quello a cui si era accennato anche nella recente risoluzione del Parlamento Europeo, oppure rilasciare visti umanitari per chi veramente ha bisogno di protezione, che non può trovare lì dove si trova, come è il caso attualmente certamente in Libia e in altri Paesi di transito. E questo si potrebbe fare attraverso una procedura che coinvolgerebbe le rappresentanze diplomatiche, le ambasciate e i consolati. E non può essere chiamata in causa solo l’Italia: dovrebbe essere una procedura a livello di Unione Europea.








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