2015-05-11 14:45:00

Tumori ovarici, mese della prevenzione: 6 mila casi l'anno


Maggio è il mese della sensibilizzazione sul tumore ovarico, a partire dalla Giornata mondiale celebrata lo scorso 8 maggio e dedicata a una malattia che è tra le prime cinque cause di morte per donne tra i 50 e i 69 anni. Sono 37mila quelle colpite in Italia e fino a 6.000 i nuovi casi ogni anno. Al Policlinico Gemelli di Roma nei giorni scorsi c'è stata l’inaugurazione di una nuovo spazio dedicato all’assistenza delle pazienti affette da questo “ tumore subdolo”, come lo definisce il prof. Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna del Gemelli. L’intervista è di Gabriella Ceraso:

R. – E’ un tumore subdolo, perché è un tumore che non manifesta sintomi, quindi ce ne accorgiamo tardi. Poi, è un tumore che in alcuni casi ha un’evoluzione molto rapida purtroppo. Al momento del sospetto si fa l’ecografia, si può fare una risonanza, però non esiste una prevenzione.

D. – C’è questo studio, in Inghilterra, che prevede la misurazione del dosaggio nel sangue della "CA125", una particolare sostanza con un particolare valore. Lei è al corrente di questo? Che cosa ne pensa?

R. – Sono tentativi che vanno fatti, comportano anche sforzi organizzativi enormi, però attualmente nulla di tutto questo è utilizzabile nella pratica clinica.

D. – Il “Gemelli” apre un nuovo spazio per l’assistenza alle donne. In quale percentuale si riesce a venirne fuori?

R. – Le percentuali di guarigione ovviamente dipendono dallo stadio di malattia. Oggi, però, volevo che questo non fosse un segnale d’allarme, ma un segnale positivo: curiamo molto meglio queste pazienti, la qualità di vita è assai migliore. Non riusciamo ancora a guarirne la maggior parte, ma siamo su una strada che ci consente, oggi, di cronicizzare la malattia, di renderla molto più gestibile. E noi speriamo nei prossimi anni di curarla.

D. – Trattamenti individualizzati, cioè specifici per ogni donna, questo nel nuovo Centro del Gemelli: che cosa significa?

R. – Significa che sulla base delle caratteristiche molecolari di quel tumore, esistono oggi farmaci che possono essere abbastanza specifici. Infatti, quello che noi oggi sappiamo con sicurezza è che all’interno dei tumori ovarici c’è una differenza enorme tra un paziente e un altro.

D. – Cosa suggerire alle donne?

R. – Sopra ai 30 anni, visita ginecologica, ecografia pelvica, controllo annuale di routine e poi, sicuramente, indagare la storia familiare, e se c’è una ricorrenza importante di tumori ovarici o mammari rivolgersi ad ambulatori per la familiarità che esistono in tutte le strutture principali e fare dei test genetici.








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