2015-05-12 14:07:00

Settimana del mondo unito: "I giovani vogliono la pace"


“Dove non c’è giustizia non c’è pace”, ha affermato ieri Papa Francesco incontrando i bambini della “Fabbrica della pace”. Un messaggio di fratellanza condiviso anche dai "Giovani per un Mondo Unito" e dai ragazzi di "Run4Unity", che durante "Settimana Mondo Unito" hanno promosso iniziative per la pace in diversi Paesi, tra cui Siria, Israele, Congo Kinshasa, ma anche in nazioni europee. Eugenio Murrali ha sentito una delle promotrici, Patricia Silva, del Movimento dei Focolari:

R. – Il messaggio che la “Run4Unity” e la "Settimana Mondo Unito" hanno lanciato è che la pace è possibile, ma che dipende da ciascuno di noi e che può incominciare vivendo la regola d’oro: fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te e non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

D. – Che tipo di iniziative sono state svolte per favorire, per "inventare la pace"?

R. – Noi siamo convinti che la strada per costruire la pace sia il dialogo. Per questo in ogni comunità i ragazzi, i giovani e gli adulti hanno voluto manifestarsi in favore della pace cercando di preparare questa giornata con ragazzi e giovani cattolici, evangelici, cristiani, musulmani, ebrei. In Germania, i giovani e i ragazzi hanno fatto questa corsa, questa camminata per la città, visitando diversi luoghi simbolo di preghiera: sono andati in una moschea, al tempio indù, si sono fermati lì a pregare, con ogni gruppo, anche a Betlemme si sono ritrovati cristiani e musulmani nella piazza della Basilica della Natività e lì hanno manifestato il loro desiderio di pace.

D. – I giovani di “Run4Unity” sono impegnati anche durante il resto dell’anno, però, per questa costruzione della pace…

R. – Sì, sono impegnati durante tutto l’anno. Il 3 maggio hanno svolto questa iniziativa in 170 città del mondo, coinvolgendo anche tutti coloro con i quali durante l’anno avevano lavorato, ma invitando anche altri a vivere con loro durante l’anno questa proposta, trasformando i loro ambienti e vivendo questa regola d’oro anche attraverso attività solidali e andando alla ricerca di quelli che chiamiamo “punti grigi” della città, in cui manca il dialogo e manca l’amore, per colorarli con l’amore.

D. – All’interno dei gruppi c’è anche un intenso dialogo tra religioni?

R. – Sì, sì. Ci sono anche giovani e ragazzi che appartengono ad altre Chiese cristiane e ad altre religioni. Per questo è possibile generare questi spazi di condivisione, queste giornate come il “Run4Unity”, e anche progetti condivisi.

D. – Quale è stata la risposta dei ragazzi?

R. – Sono stati loro a spingere gli adulti a impegnarsi nell’organizzazione di questa attività, di questa iniziativa. Per esempio in Congo, a Kinshasa, uno dei ragazzi ha invitato i suoi compagni, ed erano 70: loro sono quelli che hanno la convinzione, perché guardano con altri occhi la realtà e vedono che è possibile la pace. Anche in Portogallo hanno partecipato 900 giovani, che si sono ritrovati in una cittadella del Movimento per fare questa camminata, questa corsa, esprimendo così al loro Paese che vogliono la pace. Ci sono state delle manifestazioni molto partecipate e numerose. La staffetta si è conclusa al Cairo, in Egitto, con l’evento “Living peace”, che si è svolto il 4-5-6 maggio e che ha coinvolto circa 150 mila bambini e ragazzi, fino ai 22 anni, di 200 scuole e università nazionali e internazionali e adulti di 103 nazioni, con lo scopo di testimoniare, soprattutto al Medio Oriente, l’impegno di vivere la pace in prima persona.








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