I missionari delle aree rurali del Mindanao settentrionale, nelle Filippine, lanciano l’allarme contro l’olio di palma. L’espansione incontrollata delle piantagioni di questo albero sta infatti mettendo in ginocchio l’economia locale e arrecando gravi danni all’ambiente. E’ quanto denuncia una dichiarazione diffusa in questi giorni, in occasione di una conferenza a Davao City dedicata al problema che tocca diversi Paesi emergenti nel mondo.
No all’accaparramento di terre contro i diritti delle popolazioni rurali
“Trent’anni di produzione di olio di palma hanno prodotto solo promesse fallaci di
sviluppo, nuove risorse di sostentamento e sicurezza alimentare”, si legge nella dichiarazione,
sottoscritta insieme ad altre organizzazioni per la difesa dei diritti delle popolazioni
rurali e indigene. I missionari puntano il dito contro il fenomeno dell’accaparramento
delle terre perpetrato dalle multinazionali dell’industria agroalimentare ai danni
delle popolazioni rurali indigene, anche con metodi violenti. Chi si oppone all’espansione
delle piantagioni di palma da olio è infatti oggetto di minacce, intimidazioni e rischia
anche la vita. A questo si aggiunge lo sfruttamento della manodopera ai limiti dello
schiavismo.
Gravi i danni ambientali prodotti dalle palme da olio
Nella dichiarazione si denunciano anche i danni ambientali provocati dall’ampio uso
di pesticidi nelle coltivazioni delle palme. “Queste sostanze chimiche sono pericolose
non soltanto per chi lavora nelle piantagioni a diretto contatto con i prodotti tossici,
ma anche per tutte le comunità locali colpite dalla contaminazione delle falde idriche”.
Senza contare la massiccia distruzione delle foreste con i suoi effetti negativi sui
cambiamenti climatici e i danni alla biodiversità. Di qui il pressante appello alle
autorità e alle aziende ad affrontare con urgenza queste problematiche, considerati
i “danni irreversibili all’ambiente che colpiranno le generazioni future”. (L.Z.)
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