Nel vostro Paese, turbato dalla violenza, siete chiamati a favorire il dialogo e la coabitazione pacifica tra gruppi di etnie e religioni diverse. E’ la viva esortazione rivolta da Papa Francesco ai vescovi del Centrafrica, ricevuti in udienza in occasione della visita ad Limina. Il Pontefice, che ha anche ribadito l’importanza del celibato sacerdotale e della formazione umana dei seminaristi, ha poi invitato i presuli a difendere le famiglie ferite dalla povertà, dalle separazioni e dalla colonizzazione ideologica. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un popolo che soffre a causa delle violenze e che cerca nel Vangelo la speranza per un futuro di pace. Francesco si rivolge con parole accorate ai vescovi del Centrafrica, che ringrazia per la loro testimonianza coraggiosa, assicurando la sua vicinanza a quanti patiscono “da troppi mesi una situazione difficile e dolorosa”. Al tempo stesso, il Papa si dice convinto che proprio quando “l’odio e la violenza si scatenano” i cristiani sono chiamati a “rispondere con il perdono e l’amore”.
La Chiesa del Centrafrica promuova il dialogo
e la coabitazione
Francesco chiede dunque ai vescovi del Centrafrica
di avere un ruolo “profetico” nel processo di transizione istituzionale in corso.
In particolare, esorta i presuli a testimoniare i “valori fondamentali della giustizia,
della verità, della probità che sono alla base di ogni rinnovamento, promuovendo il
dialogo e la coabitazione pacifica tra i membri delle differenti religioni ed etnie,
favorendo anche la riconciliazione e la coesione sociale che è una chiave per l’avvenire”.
Un impegno particolare, sottolinea, deve essere svolto nella formazione delle coscienze
dei laici, affinché forti della Dottrina Sociale della Chiesa, possano assumere le
proprie responsabilità per trasformare la società secondo il Vangelo e preparare “un
futuro felice per il popolo”.
Proteggere la famiglia dalle minacce che la destabilizzano
Una parte del discorso del Pontefice è stata poi dedicata
alle famiglie che, annota, “sono le prime vittime delle violenze e che sono troppo
spesso destabilizzate o distrutte in ragione dell’allontanamento di uno dei coniugi”,
della “povertà, della discordia, delle separazioni”. E’ fondamentale, ribadisce il
Papa, che la famiglie siano “protette e difese” anche come luogo dove si apprende
la cultura del “perdono, della pace e della riconciliazione” di cui il Centrafrica
ha tanto bisogno. Dal Papa dunque l’incoraggiamento ai vescovi a “prestare alla pastorale
familiare tutta l’attenzione che merita e a non scoraggiarsi davanti alle resistenze
provocate dalle tradizioni culturali, dalla debolezza umana o dalle nuove colonizzazioni
ideologiche che si diffondono ovunque”.
Impegnarsi nella formazione dei sacerdoti con
misericordia
Il Papa non manca, inoltre, di rivolgere il pensiero
alla formazione dei sacerdoti, esortando i pastori a stare sempre loro vicini. In
particolare, invita i vescovi centrafricani ad agire “con misericordia” difronte alle
defaillances
dei loro preti, “a lasciare la porta aperta”. La sanzione, commenta, è “a volte certamente
necessaria ma deve essere l’ultimo strumento”. Parlando dei seminaristi, Francesco
mette l’accento sull’importanza della formazione spirituale, intellettuale e comunitaria.
Tuttavia, chiede di non trascurare la formazione umana e affettiva, “affinché i futuri
sacerdoti siano capaci di vivere il proprio impegno al celibato, sul quale non può
essere accettato alcun compromesso”. Il Papa ringrazia infine la Chiesa locale per
le tante opere di carità e di promozione umana in favore dei bisognosi e rivolge un
pensiero speciale ai religiosi e alle religiose affinché, nell’Anno della Vita Consacrata,
trovino “un’occasione di approfondimento della loro vocazione e della loro unione
con Cristo”.
All the contents on this site are copyrighted ©. |