2015-05-15 14:00:00

Vescovi europei-islam: questione centrale la libertà di coscienza


Accompagnare il processo di integrazione dell’Islam in Europa perché sia in grado di far propri i valori fondamentali che fondano le civiltà europee, a partire dal rispetto per la libertà di coscienza che è una “questione centrale”. È questa la grande “sfida” e il compito che la Chiesa cattolica europea vuole assumersi. È don Andrea Pacini, esperto di dialogo con l’islam e coordinatore per il Ccee di questa rete, a tracciare le conclusioni dell’incontro su Islam e radicalizzazione, che ha riunito in Svizzera dal 13 al 15 maggio, 35 vescovi e delegati delle conferenze episcopali europee. 

Islam in Europa: tra chiusure e dialogo
“Ci sono in atto all’interno dell’islam europeo almeno due grandi tendenze - spiega don Pacini -: una tendenza che è di tipo neo-tradizionale ed ha maggiori difficoltà ad aprirsi ad una relazione di integrazione nel contesto europeo, senza con questo essere violento. Un’altra tendenza altrettanto importante anche se meno organizzata ma che comincia ad esprimersi, è invece persuasa della necessità di una apertura ad un dialogo che porti ad una integrazione all’interno dell’islam di valori fondamentali come la libertà di coscienza e più in generale il recupero di una dimensione di libertà nella sfera religiosa personale e comunitaria. La grande questione è vedere come queste due tendenze evolveranno”.

Chiesa deve accompagnare il processo d'integrazione
“Come Chiesa cattolica - ha quindi detto l’esperto del Ccee - siamo persuasi di non poter pensare o agire ovviamente al posto dei musulmani. Quello che è e sarà l’islam è compito loro. Compito nostro è accompagnare in maniera attiva ed efficace questo dibattito di integrazione rendendoci disponibili all’ascolto, al dialogo, all’interazione in un atteggiamento di prossimità che nello stesso tempo propone quei valori fondamentali che permettono di vivere in maniera pacifica e fruttuosa la convivenza e tra questi la libertà di coscienza è certamente una questione centrale”. 

Una comunità religiosa, sicura della sua fede, non ha paura dell'altro
Un punto su cui si è molto insistito qui in Svizzera è l’importanza della formazione religiosa “per educare le nostre rispettive comunità di fedeli ad una relazione che non sia timorosa dell’altro. Una comunità religiosa che è serenamente consapevole di se stessa, non ha bisogno di vedere nell’altro un nemico per essere un nemico”.

Non tutti i musulmani condividono una lettura radicale dell'islam
E sulla paura per l’Islam, don Pacini ha detto: “Non possiamo negare che fenomeni di radicalismo violento stiano avvenendo all’interno dell’islam. Quello che sta avvenendo nei Paesi del Nord Africa e talora anche in Europa, è una preoccupazione giustificata. Nello stesso tempo bisogna anche essere consapevoli del fatto che in Europa già abitano da molti decenni circa 20 milioni di musulmani e circa 2 milioni in Italia e il fatto che non emergano tensioni particolarmente gravi, dimostra che non tutti condividono una simile lettura radicale e che è possibile costruire itinerari di vissuto condiviso”. (R.P.)








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