2015-05-16 09:22:00

Vescovi Malta: donazione organi è atto di carità, no a commercio


La donazione degli organi è un regalo e come tale deve restare lontana da ogni tipo di costrizione o di mentalità commerciale: questo, in sintesi, il contenuto del documento presentato dalla Conferenza episcopale di Malta al governo locale, in vista dell’elaborazione di una nuova legge sulla donazione di organi e tessuti. Il testo dei vescovi, denominato “Position Paper”, è stato redatto da un gruppo di esperti in campo medico, psicologico, filosofico e teologico, approvato dalla Chiesa locale, con l’obiettivo di “contribuire al dibattito pubblico” sulla questione. La “Position” è stata presentata dall’arcivescovo di Malta, mons. Charels Scicluna, al Segretario parlamentare Chris Fearne, durante un incontro svoltosi nella sede della Curia, il 13 maggio scorso.

Donazione organi si deve basare su principi di carità e solidarietà
Suddiviso in cinque punti, il documento ribadisce che “la decisione di una persona di donare gli organi dovrebbe essere sempre l’espressione di generosità e altruismo spontanei, poiché si tratta di un atto di donazione”. In questo senso, “una persona non può ricevere un dono da un’altra che non ha liberamente acconsentito alla donazione” e quindi “senza il libero consenso, tale pratica diventa sinonimo di prendere e acquisire, piuttosto che di dare e ricevere”. “La donazione di organi è giustificata dai principi di carità e solidarietà”, ribadisce la Chiesa di La Valletta.

Necessario sistema “opt-in” con consenso libero ed informato del donatore
Di qui, la sottolineatura dell’importanza di un sistema “opt-in”, in cui ci sia la manifestazione previa del consenso da parte del donatore perché il suo opposto, “l’opt-out”, “preclude alle persone la possibilità di esprimere liberamente la propria decisone riguardo alla donazione di organi e tessuti, minando, così, la dimensione di dono, la quale richiede il consenso libero ed informato della persona”. Nel sistema “opt-out”, infatti, si corre il rischio di far perdere significato al concetto di “donazione” e di mancare di rispetto al donatore deceduto. Non solo: tale sistema potrebbe spaventare i cittadini che percepirebbero lo Stato come “il proprietario” dei loro corpi.

No al principio di “proprietà” del corpo
Il terzo punto del documento, quindi, solleva alcuni interrogativi etici: il primo riguarda “il paradigma di proprietà, utilizzato nel sistema della donazione degli organi”. Si tratta di “un principio inadeguato – afferma la Chiesa maltese – poiché il corpo umano non è una proprietà né del singolo individuo, né dello Stato”. Il secondo punto ribadisce che “la donazione di organi e tessuti provenienti da persone viventi può essere giustificata esclusivamente per ragione terapeutiche, come l’emergenza e la probabilità che il trapianto abbia successo”.

Traffico di organi contrario dignità umana
Mons. Scicluna sottolinea ancora che “la commercializzazione del corpo umano va contro la dignità e l’integrità umana” e che per questo “la remunerazione economica, nell’ambito della donazione di organi, deve essere proibita”. Il documento episcopale richiama, poi, la necessità di assegnare gli organi ai pazienti in attesa di trapianto “in base alla giustizia distributiva” e alle “relative necessità dei malati”. In un ulteriore capitolo della “Position” i vescovi rimarcano con forza che “il criterio più adeguato per accertare la morte di una persona è la morte cerebrale e del tronco cerebrale, con relativa perdita completa e irreversibile di tutte le funzioni vitali”. Per questo, “la pratica di espiantare organi da corpi in cui il cuore ha cessato di battere solleva interrogativi su quando staccare il respiratore artificiale”.

Perplessità sull’espianto di organi da bambini anencefalici
Altro punto critico riguarda la soglia dell’età per registrarsi ufficialmente come donatore di organi: “La proposta di considerare i 12enni legalmente competenti al riguardo – sottolineano i presuli – non è in linea con gli studi psicologici e non riflette la normativa maltese in materia di minori”. Alcune obiezioni vengono, infine, sollevate sull’espianto di organi da “neonati anencefalici”, per i quali è necessario riflettere sull’applicabilità dei criteri della morte cerebrale.

Tutelare il principio della donazione
Il documento episcopale si conclude con alcune raccomandazioni affinché “il concetto di donazione di organi, essendo un dono volontario, sia tutelato e protetto”. Di qui l’auspicio dei vescovi maltesi affinché “la nuova legislazione rafforzi il sistema opt-in, assicurando una gestione più efficace della materia”. (I.P.)








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