2015-05-16 06:00:00

Medio Oriente: Netanyahu ottiene la fiducia. Mahmoud Abbas dal Papa


Attesa per l’incontro di oggi in Vaticano tra Papa Francesco e il presidente palestinese Mahmoud Abbas, intanto in Israele il nuovo governo di Benyamin Netanyahu ha ottenuto la fiducia alla Knesset ma con una maggioranza di appena 61 voti a favore e 59 contrari. Per placare gli animi Netanyahu ha detto che punterà ad una riforma istituzionale che consenta al Paese una maggiore governabilità. “Non è un governo, è un circo” tuona Isaac Herzog, leader dell’opposizione laburista. Ma allo stato dei fatti, esiste la possibilità perché la coalizione - composta da ben cinque liste, tutte di destra - riesca a tenere? Cecilia Seppia lo ha chiesto a Giorgio Bernardelli esperto dell’area:

R. – E’ un governo debole ed è una debolezza frutto del modo in cui Benjamin Netanyahu ha vinto le elezioni: con un grosso successo personale avuto, però, a discapito sostanzialmente dei suoi alleati, dei partiti minori della destra, che sono i suoi naturali alleati. Questi hanno fatto sostanzialmente pagare il conto nel momento della formazione del governo: il risultato è, appunto, questa maggioranza estremamente risicata.

D. – Netanyahu ha messo le mani avanti e ha detto che cercherà di allargare la base della coalizione che punterà poi ad una riforma istituzionale che consenta maggiore governabilità. Però ha incontrato subito lo stop del leader del partito laburista, che non sembra essere molto disponibile in questo senso…

R. – Credo che sia sostanzialmente solo una possibilità perché questa strada – di un governo di unità nazionale - oggi abbia una qualche possibilità di vedersi realizzata e cioè l’uscita di scena di Netanyahu come capo del governo. Forse con un altro esponente del Likud l’Unione sionista potrebbe accettare, ma non certamente oggi, di andare a sostenere una maggioranza debolissima come quella che sta guidando Benjamin Netanyahu.

D. – Tra l’altro Netanyahu, oltre alla carica di premier, manterrà anche il dicastero degli Esteri. Pensando alla crisi nell’area, ma anche alla politica estera di Israele, come leggere questo fatto?

R. – E’ da leggere più in chiave di politica interna che di politica internazionale e dei rapporti con i palestinesi. Netanyahu vuole tenersi aperta una carta, vuole in qualche modo avere un ministero importante da spendere, ma nel programma di questo governo non c’è alcun riferimento – ad esempio – al negoziato con i palestinesi. E’ proprio un tema espulso dall’agenda! Il rischio di questo governo - con numeri davvero molto risicati, ma molto compatto da un punto di vista ideologico – è che nelle prossime settimane ci siano dei tentativi di colpi di mano, soprattutto sulla questione degli insediamenti. Io mi aspetto nelle prossime settimane un fiorire di gare, di bandi, di costruzioni nella Cisgiordania… Questo, però, ovviamente creerà nuovi attriti con la comunità internazionale, portando Israele in una posizione di isolamento ancora più forte.

D. – Domani il presidente palestinese Mahmoud Abbas incontrerà in Vaticano Papa Francesco, che ovviamente continua il suo forte impegno per la pace. Che cosa ci si aspetta da questa visita?

R.  – Certamente è un segno importante, anche perché segue alla svolta di questi ultimi giorni con la conclusione del negoziato sull’accordo bilaterale con lo Stato della Palestina, che da un punto di vista diplomatico è comunque un’indicazione chiara della volontà della Santa Sede di continuare, invece, a sostenere quella prospettiva della soluzione dei "due popoli, due Stati" al conflitto israelo-palestinese. Detto questo, però, io credo che vada sottolineato soprattutto il legame tra questo incontro e l’evento di domenica della canonizzazione delle due sante palestinesi, perché dice anche un po’ la strada che la Santa Sede sta percorrendo rispetto a questa questione dello Stato palestinese: la Santa Sede sostiene non un qualsiasi Stato palestinese, ma uno Stato palestinese che riconosca pienamente il diritto alla libertà religiosa e primariamente anche la possibilità per le comunità cristiane di vivere in libertà all’interno di questo contesto.








All the contents on this site are copyrighted ©.