2015-05-16 07:29:00

Usa, pena di morte per attentatore maratona Boston


È stato condannato a morte Dzhokhar Tsarnaev, il 21enne di origini cecene colpevole dell’attentato alla maratona di Boston del 2013. La sentenza è stata emessa all’unanimità da una giuria federale nel Massachussets. “Un’offesa contro l’inviolabilità della vita e la dignità della persona umana”, è la dichiarazione dei vescovi dello Stato. Il servizio di Roberta Barbi:

Colpevole di tutti e 30 i capi d’accusa imputatigli, di cui 17 punibili con la pena di morte: questa la decisione presa all’unanimità – come impone l’ordinamento - dai 12 giudici federali che hanno così riportato la pena capitale nel Massachussets, dove non veniva disposta dal 1947. Non è stata considerata la giovane età di Tsarnaev – appena 19 anni all’epoca dei fatti – né la linea difensiva secondo cui sarebbe stato plagiato dal fratello maggiore, rimasto ucciso nell’inseguimento precedente all’arresto da parte della polizia. Ha pesato, invece, la morte di un agente di 27 anni morto nel conflitto a fuoco. A nulla sono valsi neppure i numerosi appelli, tra cui quello dei genitori di Martin Richard, 8 anni, la vittima più giovane dell’attentato in cui morirono tre persone e 260 rimasero ferite. “La giusta punizione per un crimine orrendo”, è il commento del ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Loretta Lynch, mentre arriva anche la reazione del direttore esecutivo di Amnesty International, Steven Hawkins: “La pena di morte non è giustizia – ha detto – alimenta la violenza e non impedisce che altri commettano crimini simili in futuro”. Già ad aprile, infine, i vescovi del Massachussets con l’arcivescovo di Boston, cardinale O’Malley, in una dichiarazione congiunta erano tornati a condannare l’applicazione della pena di morte, “un’offesa contro l’inviolabilità della vita e la dignità della persona umana”.








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