2015-05-17 07:00:00

Concluso Forum ambientale di Greenaccord e Diocesi Campobasso


Favorire lo sviluppo del territorio, ma  partendo da un economia della natura con il rispetto dei suoi tempi e con un uso etico delle risorse. Così le conclusioni ieri sera del primo Forum della comunicazione promosso dall’associazione onlus Greenaccord e dalla diocesi di Campobasso che si è svolto in questi giorni nel capoluogo molisano. All’incontro, che ha avuto come filo conduttore il tema “L’amore per il Creato. Ambiente, territorio e famiglia”, hanno partecipato giornalisti e addetti alla comunicazione provenienti da tutta Italia. presente il vescovo di Campobasso, mons. Giancarlo Maria Bregantini. Il servizio di Marina Tomarro:

Ogni anno il 75% dell’energia mondiale viene ricavato dai combustibili fossili e questo uso smodato di risorse del pianeta diventa causa di moltissime conseguenze, dai forti cambiamenti climatici, alla distruzione della barriera corallina negli oceani fino ad arrivare alla migrazione forzata di milioni di persone per cause ambientali. E tutto questo a favore di un'economia che diventa sempre più esigente verso l’uomo. Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di Greenaccord:

R. – Come salvare il funzionamento della natura, quella che abbiamo chiamato “economia della natura”, dalla furia – diciamo – pedatrice dell’economia umana? Cominciando col riformare, per esempio, la finanza: spostando cioè gli investimenti dalla economia fossile, dalle fonti fossili, alle fonti rinnovabili; dalla speculazione finanziaria alla promozione umana. Rimettendo quindi al centro del processo economico l’uomo. Salvare l’uomo significa salvare la natura; salvare la natura significa salvare l’uomo. Non ci dimentichiamo che noi facciamo parte della natura e noi siamo all’interno di un ordine che ci precede, che è l’ordine dato dal Creatore alla natura.

D. – Quanto una corretta economia può aiutare anche lo sviluppo di un territorio?

 R. – L’economia moderna funziona secondo un principio che potremmo riassumere con una battuta: faccio ciò che voglio dove mi pare, prendendo ciò che mi serve da qualsiasi parte del mondo. Invece un’economia sostenibile richiede un attento studio delle comunità umane, del territorio, delle caratteristiche e delle risorse rinnovabili che esistono su quel territorio. Ogni territorio ha le sue ricchezze e sono quelle che vanno valorizzate. Soltanto allora avremmo un’economia in grado di funzionare sempre.

 D. – Qual è il modo migliore di educare la società alla salvaguardia della natura e del creato?

 R. – Il modo migliore è la conoscenza, l’esempio, la pratica. Serve a poco parlare dell’importanza di un albero nell’ecosistema, serve molto di più – dopo averne parlato – prendere una zappetta e piantare un albero e vederlo crescere. Ci si rende conto che c’è qualcosa prima di noi, più forte di noi, più grande di noi da cui dipende anche la nostra vita e di cui noi dobbiamo aver cura. Se abbiamo a cuore l’umanità, dobbiamo avere a cuore la natura. 

E fondamentale diventa allora dare un’ informazione corretta che aiuti a comprendere bene quello che  succede. “La sfida che ci attende - ha spiegato Piero Damosso caporedattore del TG1 – è quello  di imparare a raccontare i fatti in maniera responsabile e decidere come proporli a chi li ascolterà. Non focalizzarci solo sul negativo ma aprirci anche verso la buona notizia. Bisogna dare alle nuove generazioni la speranza che loro possono costruire un mondo migliore di quello che gli consegniamo”.








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