È di almeno 8 morti e 33 feriti, di cui circa 7 in gravissime condizioni, il bilancio - non ancora definitivo – dell’attentato kamikaze avvenuto ieri in un mercato all’aperto accanto alla stazione degli autobus di Damarutu, capitale dello Stato di Yobe, nel nord-est della Nigeria. La maggior parte delle vittime sarebbero donne, bambini e venditori ambulanti. L’attacco non è stato ancora rivendicato, ma si pensa sia opera del gruppo estremista islamico di Boko Haram, attivo nel Paese.
Il racconto dei testimoni oculari
Secondo alcuni testimoni oculari, il kamikaze che
si è fatto esplodere sarebbe stata una ragazzina tra i 10 e i 13 anni che indossava
il tradizionale hijab e che i poliziotti avrebbero fatto passare tranquillamente ai
controlli. Immediatamente dopo si sarebbe fatta saltare in aria. “Era una ragazzina
talmente piccola che nessuno avrebbe pensato venisse utilizzata per un atto così crudele”,
riferiscono i testimoni, ma purtroppo Boko Haram non è nuovo all’uso di giovanissimi
come kamikaze.
Il conflitto in Nigeria
L’attentato è avvenuto il giorno successivo all’annuncio,
da parte delle autorità dello Stato di Borno, che Boko Haram ha preso il controllo
della città di Marte, ma sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie, questa settimana.
Contro i fondamentalisti il governo locale sta sferrando un’offensiva supportata da
truppe internazionali, ma la situazione avrebbe incontrato uno stallo nella foresta
di Sambisa, dove i ribelli musulmani si nascondono disseminando mine e trappole esplosive.
Nei 6 anni di rivolta islamica si calcola che migliaia di persone innocenti siano
rimaste uccise – 10mila solo l’anno scorso – mentre oltre un milione e mezzo di nigeriani
sono stati cacciati dalle loro case. (R.B.)
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