2015-05-18 14:00:00

Discriminazioni contro i cristiani: nei Paesi Osce non diminuiscono


I crimini di odio contro i cristiani oggi non sono commessi solo in Africa, Medio Oriente e Asia. Anche in Occidente infatti ogni anno si segnalano centinaia di casi di chiese profanate, statue distrutte o decapitate, simboli religiosi banditi, aggressioni verbali o fisiche ai danni di laici e consacrati. Se ne parla oggi a Vienna nel corso della seconda Conferenza internazionale dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa dedicata al tema “Prevenire e combattere l’intolleranza e discriminazione contro i cristiani”. Paolo Ondarza:

Episodi di intolleranza anti-cristiana non sono diminuiti secondo delegazione Santa Sede
Per la seconda volta l’Osce dedica all’odio anticristiano una conferenza internazionale. La prima fu a Roma nel 2011, ma rispetto ad allora episodi di intolleranza e discriminazione non sono diminuiti, denuncia la delegazione della Santa Sede a Vienna. Caricature e opere d’arte offensive, sentenze che imbavagliano i cristiani sui temi di  vita e famiglia, aggressioni come quella da parte delle Femen ai danni del card. Rouco Varela, simboli religiosi banditi. L’odio anticristiano è spesso sottaciuto, spiega il sociologo Massimo Introvigne, organizzatore della conferenza di quattro anni fa in qualità di rappresentante Osce per la lotta a razzismo, xenofobia e intolleranza religiosa:

R. – Le statistiche, che pure l’Osce cerca di compilare, sappiamo tutti che non sono complete, perché molti di questi casi non sono affrontati dagli Stati, dai governi; e anche nei rapporti, che gli Stati partecipanti all’Osce sarebbero tenuti a inviare ogni anno sui crimini di odio, mentre i crimini di odio contro altre categorie – e questa è una cosa giusta naturalmente e quindi nessuna critica! – sono elencati dettagliatamente, quelli contro i cristiani, qualche volta, sono trascurati o dimenticati.

Mancato rispetto dell'obiezione di coscienza
D. – C’è poi il diritto all’obiezione di coscienza, spesso calpestato…

R. – Nella maggior parte dei Paesi dell’area Osce si riconosce il diritto dei medici cristiani all’obiezione di coscienza nei confronti dell’aborto, però questo diritto in molti Paesi non è esteso ai farmacisti nei confronti delle pillole abortive. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso che non vi è obiezione di coscienza per una funzionaria comunale che si era rifiutata in Inghilterra, sulla base della sua fede cristiana, di officiare, prima ancora che la Gran Bretagna introducesse il matrimonio omossessuale, una cerimonia di unione civile fra persone dello stesso sesso. Negli Stati Uniti ci sono molti casi in cui non si riconosce neppure il diritto a dei privati - fioristi, pasticceri e fotografi ... - di rifiutarsi di prestare i loro servizi per ragioni di coscienza in occasioni di matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Libertà religiosa, pietra miliare per tutela di altre libertà
D. - Professore, perché questi casi possono configurarsi come intolleranza, discriminazione contro i cristiani? Se volessimo leggerla da un altro punto di vista ci sono diritti che confliggono…

R. – Molti casi di violazione dei diritti oggi rimandano ad un conflitto di diritti. Casi come quello famoso del New Mexico, relativo ad una fotografa che è stata condannata per essersi rifiutata di fotografare il matrimonio tra due donne, mostra poi che questa libertà assoluta d’espressione, anche d’espressione artistica, poi di fronte a certi diritti – oggi molto di moda – viene meno. Certamente la libertà religiosa non è l’unico diritto, ma bisogna che la libertà religiosa non sia considerata la “parente povera” rispetto a tutti gli altri diritti. Anzi vi sono dichiarazioni internazionali che considerano la libertà religiosa la pietra miliare su cui si costruiscono molte altre libertà. Si tratta di sedersi ad un tavolo - credenti di diverse religioni e credenti e non credenti - e di stabilire le “regole del gioco”.

Serve più dialogo tra le religioni, tra credenti e non credenti
D. – Quindi dialogo come soluzione…

R. – Certamente ci sono delle misure tecniche che noi possiamo prendere per combattere i crimini di odio e di intolleranza contro i cristiani: misure giudiziarie, misure legislativi… Però io penso che il dialogo fra fede e ragione, fra le varie religioni, fra credenti e non credenti non sia l’unica chiave, ma sia una delle chiavi per prevenire e reprimere crimini di odio contro i cristiani e contro chiunque altro.

No a fondamentalismo e laicismo
Fondamentalismo e laicismo, dunque, sono i due estremi da evitare per costruire una società davvero rispettosa dei diritti di tutti. 








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