2015-05-18 13:48:00

Frosinone in A. Mons. Spreafico: il denaro non è tutto


A Frosinone la promozione in serie A della locale squadra di calcio ha fatto esplodere di entusiasmo un’intera città. Per la prima volta nella lunga storia della società ciociara, il Frosinone accede al massimo campionato di calcio italiano. Ma quale significato ha questo successo sportivo per una realtà come quella della città laziale? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, mons. Ambrogio Spreafico:

R. - Questa è una provincia martoriata per tanti motivi: l’inquinamento, la Valle del Sacco, le industrie che chiudono, la disoccupazione. Siamo in un momento abbastanza difficile. C’è molto pessimismo, molto spirito di rassegnazione. La Chiesa, in questo scenario, cerca di essere vicina alla gente. Credo che questo momento - anche di entusiasmo, di positività - un po’ incoraggi. Non è certamente la soluzione dei problemi, però il fatto che ci sia anche un entusiasmo della gente va colto per fare in modo che sia anche un impegno da parte di ciascuno. Così come ha fatto il patron del Frosinone, che in questi anni si è impegnato per costruire una squadra. Tra l’altro, molti giovani vengono proprio dalla provincia, quindi anche questo è un fatto significativo. Il presidente del Frosinone non ha speso tanti soldi per gli ingaggi, ma ha lavorato perché nascessero da questa terra delle risorse che potessero contribuire, dopo tanti anni, a questo bel momento.

D. - Questo clima di entusiasmo può accompagnare uno spirito nuovo…

R. – Certamente non basta la promozione nella serie maggiore del campionato per cambiare la vita, però credo che questo possa dare un po’ di speranza. Credo che noi  - lo dico come vescovo, ma anche pensando alla nostra Chiesa - dobbiamo cogliere anche questo momento per aiutare la gente a capire che l’entusiasmo si coltiva cambiando se stessi e mettendosi dalla parte di Gesù e del Vangelo. Credo che in questo noi abbiamo anche un compito.

D. - In una terra martoriata, il Frosinone calcio è un po’ l’espressione di una dimensione piccola ma sana …

R. - Direi di sì. Io sono amico di Maurizio Stirpe che è il proprietario del Frosinone calcio. E’ un uomo che con la sua famiglia si è impegnato per anni proprio in questa direzione. Quindi c’è un vivaio molto buono di giovani per far capire come anche nel sacrifico, con pochi mezzi e anche con poca spesa rispetto alle grandi società della Serie A, si possa ottenere qualcosa. Il denaro non è tutto nella vita e devo dire che una cosa bella che ha fatto il presidente è questa: gli avevo chiesto nel mese di dicembre, quando abbiamo aperto una mensa per i poveri, un aiuto come ogni tanto gli chiedo per le iniziative della nostra chiesa diocesana. E lui mi ha detto: “Io ho pensato di fare questo: siccome noi riceviamo delle multe perché i nostri tifosi qualche volta sono un po’ arrabbiati, allora io farò questa proposta ai tifosi. Ogni volta che non prendete una multa, noi diamo l’equivalente per la mensa per i poveri della diocesi”. E così è stato. Quindi, anche questo forse ha contributo a dare un senso bello a questo momento. So che vorrà sottolinearlo quando si faranno i festeggiamenti per questa promozione.

D. - Il Frosinone può essere anche un esempio per le altre squadre - anche per le big del calcio italiano - su come leggere veramente lo sport …

R. - Penso di sì. Adesso non voglio entrare nelle polemiche suscitate nel passato su questa piccola città, la cui squadra viene promossa in Serie A, però credo che sia così, anche perché effettivamente c’è una logica nel come è stato impostato il lavoro del Frosinone calcio. E’ la logica di promuovere anche risorse locali, quindi di far crescere giovani, persone affinché si possano appassionare al calcio ovviamente, ma anche a costruire se stessi in maniera pulita. Credo che questa sia una cosa bella. E’ un piccolo esempio.

D. - Dunque appassionarsi veramente al calcio… Lei andrà allo stadio a vedere il Frosinone?

R. - Ho promesso al presidente che andrò sicuramente ai festeggiamenti, farò almeno una "comparsa", cresime permettendo! Dovrò andarci almeno un volta. Sono stato un giocatore di basket, il calcio non mi ha mai appassionato ma qui mi sono appassionato a questi giovani che hanno dato un po’ di speranza agli altri.

D. - Quindi, per concludere: “Forza Frosinone!”

R. – Si, “ Forza Frosinone!”.








All the contents on this site are copyrighted ©.