2015-05-19 13:32:00

Expo. Caritas Day contro lo scandalo della fame nel mondo


Expo è la vetrina della creatività umana, quindi bisogna essere creativi anche nei progetti di lotta alla fame. Così il cardinale Rodriguez Maradiaga, presidente uscente di Caritas Internationalis, ha aperto oggi il Caritas Day a Milano, dove i delegati di 174 Caritas nazionali si sono dati appuntamento per fare il punto sulla campagna mondiale lanciata da Papa Francesco due anni fa: “One human family, food for all”. Il servizio di Antonella Palermo:

Ottocento milioni di persone nel mondo non sanno come provvedere a sfamarsi. Ecco lo scandalo che oggi l’Expo vuole rimettere al centro della coscienza critica di tutti. “L’obiettivo di Caritas era arrivare qui con l’idea che la fame non è qualcosa di ineluttabile - ha spiegato Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana – abbiamo denunciato spreco e sensibilizzato in questi anni sul diritto all’alimentazione. Dobbiamo continuare a farlo anche dopo Expo, monitorando che gli impegni assunti con la Carta di Milano diventino realtà”. Mons. Ambroise Tine, già segretario generale di Caritas Senegal, moderatore del Caritas Day:

R. – Caritas ha potuto aiutare milioni di persone che avevano urgente necessità di aiuto, dando loro da mangiare e un po’ più di speranza. La speranza penso che sia il cibo migliore per un uomo che soffre. E la Caritas ha fatto anche un lavoro di animazione perché tutti questi politici che dirigono il mondo possano prendere coscienza del fatto che il cibo è un diritto umano. Questo lo abbiamo fatto in tutti i continenti e questo lavoro “politico” mi sembra il lavoro più importante a lungo termine. Un altro risultato è che abbiamo dato la voce ai poveri: i poveri hanno potuto esprimersi sulla fame. Quali sono le cause della fame? Come soffrono la fame? Quali sono le loro ambizioni per uscire dalla fame? Perché a volte, io dico, è il povero stesso che può creare la fame: rifiutando di lavorare o avendo dei comportamenti non adeguati.

D. – Alla serata di ieri in Duomo, a Milano, lei ha detto che certi sistemi politico-economici hanno inquinato la cultura dell’accoglienza: ci spiega meglio?

R. – Sì. Diciamo che il capitalismo e il liberalismo, che fanno girare il mondo, oggi sono abbastanza brutali. E’ così che in Africa si vede come un continente così ricco non riesca a uscire fuori dalla povertà. E’ per quello che ieri ho detto che bisogna impegnarsi per trasformare questi sistemi politici e economici che creano esclusioni, come tutti quei bambini che vivono in strada e non hanno né dove dormire né di che mangiare… E pure i migranti che vengono dall’Africa, dall’Asia… Bisogna cambiare il sistema economico del mondo. Io ci credo. Ieri diceva il cardinale Maradiaga: “We can”. E io credo che possiamo, se ognuno ci crede e ha un po’ più d’amore per l’altro.

Prima della tavola rotonda sui temi della sicurezza alimentare è intervenuto il sindaco di Milano, Pisapia, apprezzando l’opera di Caritas nel mondo, “che ci rassicura e sprona”, ha detto. “Equità e giustizia sono le parole che devono uscire da Expo”, ha auspicato, ricordando quella straordinaria apertura all’accoglienza del popolo milanese, già dimostrata in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie nel 2012. E ieri ce ne erano moltissime di famiglie, ma anche di religiosi, giovani, turisti, ad invadere Piazza Duomo per una serata inaugurale di benvenuto, organizzata dalla diocesi. Sapientemente miscelate esecuzioni musicali sacre, brani biblici di Antico e Nuovo Testamento, stralci letterari ispirati al tema del cibo e poi il silenzio orante dal sagrato, con lo sguardo fisso all’Eucaristia, nostro cibo spirituale, e la preghiera del cardinale Angelo Scola, arcivescovo della città:

"Ci hai fatti per te, Signore.
Solo Tu conosci fino in fondo la nostra fame.
Fame di cibo, di lavoro, di dignità.
Fame di vita e di edificazione comune.
Fame di bellezza, di bontà e di verità.
Fame d’amare ed essere amati.
Non permettere che venga messa a tacere,
ingannata o soffocata questa fame radicale.
Mantieni sempre aperta in noi la sua ferita
perché impariamo ad ascoltare il grido dei nostri fratelli.
Donaci di avere presenti i loro volti.
Signore, liberaci dall’indifferenza". 

Questo pomeriggio spazio alle buone prassi, con la presentazione di sette progetti, uno per ogni regione in cui è suddivisa la confederazione internazionale, dedicati al diritto al cibo. Milano ne ha già avviata una: ad inizio giugno si aprirà il refettorio, che nascerà nell’ex teatro della parrocchia di Greco, alle spalle della Stazione Centrale. Da un’idea dello chef Bottura, userà gli scarti alimentari di Expo per una ottantina di utenti poveri al giorno e resterà operativo come eredità immateriale di questa esposizione universale.








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