2015-05-19 14:47:00

Niente quote per i rifugiati. Da Hollande no all'Agenda europea


Non ha senso applicare le quote a una questione come il diritto d'asilo. La Francia conferma il suo no a quanto previsto dall'Agenda europea sull'immigrazione. A parlare è stato il presidente francese Francois Hollande, al fianco della cancelliera tedesca Merkel, a Berlino. Servizio di Francesca Sabatinelli:

Fuori questione che si introducano quote per i rifugiati tra i Paesi dell'Unione. Il presidente francese Hollande taglia la la testa alle discussioni e alle interpretazioni, confermando le dichiarazioni dei giorni scorsi del premier francese Valls e smentendo le parole di oggi di Natasha Bertaud, per la quale la commissione Ue "lavora in stretto contatto con gli Stati". Non ci può essere tra gli europei "una solidarietà asimmetrica", aveva avvertito in un’intervista il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Nelle ultime ore, alle dichiarazioni francesi erano seguite quelle della Spagna, perplessa sulla suddivisione delle quote, quelle dell’Ungheria, contraria alle quote obbligatorie, così come anche altri Paesi dell’Est europeo. Alfonso Giordano, docente di flussi migratori all’Università Luiss di Roma:

R. – Il testo dell’Agenda diceva che la Commissione approvava questa decisione di ripartire le quote dei migranti tra i Paesi europei responsabilmente e che poi la decisione sarebbe stata sottoposta ai governi europei. E quindi, una volta ammessa questa condizione, e si doveva farlo, è evidente che questo tipo di testo lo si presenti poi al giudizio degli Stati. E’ bastato che qualcuno avesse più “faccia tosta” di dire: non sono d’accordo, che poi pian piano altri Paesi si sono accodati. E purtroppo, questo va detto, si stanno rivelando tutti gli interessi puramente egoistici e anche un po’ stupidi dei Paesi europei, perché poi alla fine questi migranti arrivano in ogni caso e nessun tipo di barcone o di parata militare potrà fermarli. Quindi, meglio prendere decisioni consapevoli, coordinate, perché poi il problema non è solo dell’Italia, è anche degli altri Paesi. C’è anche una mancanza di fiducia nei confronti degli altri Paesi: c’è egoismo e c’è mancanza di fiducia. Una situazione abbastanza drammatica, perché tradisce un momento di cooperazione che si era pure trovata, appunto, con quel testo.

D. – Schulz ha detto: “Ci vuole lo sforzo di solidarietà complessiva. Questa accoglienza non deve essere asimmetrica”. Quanto la volontà europea potrà imporsi sulla volontà dei singoli Stati?

R. – Non è solo un problema di accoglienza, è anche e soprattutto un problema di relazioni esterne con quei Paesi (di origine dei migranti - ndr). Quindi, non basterà solo pattugliare le coste e salvare vite, ovviamente cosa importantissima, ma bisognerà risolvere i problemi a casa dei migranti e quindi regolarizzare un po’ il flusso, cosa che sarà molto difficile nei prossimi anni. Quale potrebbe essere l’autorevolezza delle istituzioni europee? Al momento, come si vede, non c’è perché quel testo viene smentito dagli egoismi nazionali. Federica Mogherini (Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza - ndr) si è recata più volte da Obama sperando appunto in un intervento, che dovrebbe esserci, dell’Onu e che dovrebbe autorizzare un certo tipo di operazioni da parte della Commissione europea, e quindi poi delle forze navali dei Paesi congiunti. Questo tipo di soluzioni, che quindi non vengono più solo dalla Commissione europea ma anche dalle Nazioni Unite, con il peso che queste ultime possono avere, potrebbero eventualmente mettere i Paesi di fronte a una responsabilità. I partner, sia militari che politici che diplomatici, condividono le preoccupazioni italiane. Il problema è che è difficile spiegarlo alle proprie opinioni pubbliche. Ecco quindi che è fondamentale il ruolo dei media nel trasferire notizie più corrette e meno allarmistiche su quello che è il flusso dei migranti. Perché è un fenomeno che è molto facilmente populistico e reso populistico anche dai responsabili politici.








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