2015-05-19 13:22:00

Burundi, scontri nella capitale. Un cooperante: la gente ha paura


Secondo giorno consecutivo di proteste a Bujumbura, capitale del Burundi, dopo il fallito colpo di Stato della settimana scorsa e il precipitoso rientro dall'estero del presidente Pierre Nkurunziza. Ma solo per qualche ora i manifestanti hanno avuto modo di sfilare per le strade e invocare il ritiro di Nkurunziza dalle elezioni presidenziali del 26 giugno prossimo. Gli agenti in assetto anti-sommossa all'improvviso hanno fatto ricorso ai lacrimogeni e poi li hanno caricati. Secondo fonti locali, molti sarebbero stati malmenati brutalmente prima di essere condotti via a forza. Almeno otto gli arresti. Dal canto loro parecchi contestatori hanno reagito con un fitto lancio di sassi. La situazione è attualmente calma, ma carica di tensione. Federica Bertolucci ha intervistato Simone Teggi, cooperante della Ong “Associazione Internazionale Volontari Laici” che si trova attualmente in Burundi:

R. – Quello che è visibile, qui a Bujumbura, in questo momento, è una calma generalizzata: ci sono parecchie macchine militari che girano per la città, però in realtà non si riesce a capire nulla della situazione perché i media più importanti non sono in grado di trasmettere e quindi le informazioni ormai sono bocca-a-bocca.

D. – Ci sono ancora manifestazioni in piazza?

R. – Sì, le manifestazioni sono nei quartieri e quindi è difficile accedervi. C’è stata anche una forte repressione e uno scontro tra parti diverse dell’esercito.

D. – Si parla di una possibile guerra civile: quanto è alto il rischio?

R. – Sicuramente c’è divisione all’interno dell’esercito: dopo il colpo di Stato ci sono stati diversi militari che sono fuggiti, anche all’estero. Non si capisce bene se per preparare qualcos’altro o per paura di essere poi intercettati. C’è molta paura da parte della popolazione perché questo colpo di Stato sicuramente ha dato più forza al presidente.

D. – Qual è un’immagine che ti porterai nel cuore?

R. – Io abito vicino alla radio nazionale. Giovedì, durante tutta la giornata, ci sono stati scontri molto forti all’artiglieria leggera e pesante che hanno fatto paura. Altro aspetto sicuramente interessante è quando subito dopo il colpo di Stato ho accompagnato dei colleghi a casa e molte persone sono scese in strada: gente che ballava, che era contenta. Quella è forse l’immagine che più mi è rimasta, almeno per il momento.








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