Quattro giovani cristiani copti della provincia di Minya, nell'Alto Egitto, sono stati rapiti lungo la strada di campagna che stavano percorrendo per raggiungere l'antica chiesa dedicata alla Vergine Maria nel villaggio di Jabal al-Tair, presso la città di Salamut. Lo riferiscono fonti egiziane riprese dall'agenzia Fides. Secondo quanto riportato dal website “CoptsToday”, le famiglie dei giovani cristiani rapiti sono state contattate dai sequestratori che hanno chiesto un riscatto di 600mila lire egiziane (pari a quasi 70mila euro) per la loro liberazione.
Nel rapimento coinvolto anche un bambino di 5 anni
Con i quattro rapiti, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, al momento del sequestro
– compiuto a mano armata - c'era anche un bambino di 5 anni, probabilmente figlio
di uno di loro, che i sequestratori hanno lasciato sul luogo del rapimento per evitare
che il suo pianto richiamasse l'attenzione. La chiesa della Vergine Maria a Jabal
al- Tair fu fondata intorno al 328 dopo Cristo per volontà della Regina Elena, madre
dell'Imperatore Costantino, e costituisce uno dei santuari più amati e frequentati
dai fedeli copti.
Il rapimento dei copti nell'Alto Egitto un vero e proprio business
Nell'Alto Egitto, il rapimento sistematico di persone appartenenti alla comunità cristiana
copta ha assunto da tempo i tratti di un vero e proprio business criminale: secondo
dati forniti ai media locali dal copto Mina Thabet, militante dell'Unione giovanile
Maspero e fondatore del Partito d'iniziativa popolare, nel solo Governatorato di Minya
la somma complessiva di denaro versata per pagare il riscatto di cristiani rapiti,
dal gennaio 2011 al dicembre 2014 ha superato la cifra di 120 milioni di lire egiziane,
pari a più di 16 milioni di euro. (G.V.)
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