2015-05-20 14:05:00

Istat: Italia in ripresa ma si allarga il divario Nord-Sud


Fotografia in chiaroscuro per l’Italia secondo l’ultimo rapporto Istat, presentato stamani a Montecitorio. Si avvertono segnali di ripresa economica ma le criticità più importanti riguardano l’occupazione e le opportunità nel Sud del Paese. C’era per noi Benedetta Capelli:

“Certifica le grandi opportunità del Paese”.

E’ il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan il primo a commentare il rapporto Istat 2015 che mette in luce i timidi segnali di ripresa con il Pil che nel primo trimestre di quest’anno è aumentato dello 0,3%. Un barlume dopo la recessione, con un lieve miglioramento del mercato del lavoro che cresce di 88mila unità, un parametro lontano però dalla media europea: proprio secondo i dati Ue, il Paese dovrebbe avere 3milioni e mezzo di lavoratori in più. Nel 2014 sono senza occupazione 7milioni di persone ma la vera emergenza sono i giovani: tra il 2008 e il 2014, sono spariti quasi 2milioni di posti per gli under 35. Irregolare un lavoratore su 10, cresce il part-time e si colloca nei cosiddetti “orari antisociali”: sera, notte, fine settimana. Bassa la partecipazione delle donne al mercato del lavoro anche se in oltre due milioni di famiglie è lei l’unica a guadagnare. Giorgio Alleva, presidente Istat:

“Permangono situazioni sfavorevoli legate alle problematiche di conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita e, in generale, permane quel soffitto di cristallo, secondo il quale, a parità di titolo di studio, è meno probabile che una donna assuma ruoli di vertice o di posizione più rilevante, anche da un punto di vista delle retribuzioni”.

In ripresa gli investimenti e l’export, aumenta il divario Nord-Sud, il Mezzogiorno resta un grande nodo per lo sviluppo futuro del Paese, popolato da 61 milioni di abitanti dei quali 5 milioni stranieri, la metà di questi si trova bene in Italia. Ancora Giorgio Alleva, presidente Istat:

“Il Sud è un problema molto grande e abbiamo verificato che, a prescindere dalle analisi basate su partizioni amministrative o altre, emerge fortemente come un elemento di grande divario. Il divario si sta allargando e abbiamo indicato l’importanza di politiche non in una sola direzione, ma congiuntamente, in una direzione del capitale materiale e sociale per ripristinare condizioni di fiducia tra i cittadini e le imprese e nella parte dell’amministrazione: quindi in una classe dirigente che si basi su una programmazione, di cui sia possibile valutare i risultati. Il lavoro, insieme al Mezzogiorno, è il tema che emerge comunque come elemento critico nel Paese”.

L’Istituto di Statistica rivela che gli italiani sono più istruiti, il 35,6% ha un diploma di istruzione secondaria superiore, quelli con un titolo universitario sono il 12,7%, tra le donne il 13,5%. Gli alunni stranieri sono oltre 800mila, pari al 9% della popolazione scolastica. Calano gli omicidi, un milione e mezzo i furti e 44mila le rapine. Importante la parte del rapporto dedicata ai luoghi, le città ed i territori, che evidenzia una decisa scelta da parte dei Comuni verso una gestione maggiormente eco-sostenibile dell’ambiente urbano. Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini:

“Con molta soddisfazione ho preso atto che la parte centrale di questo rapporto annuale indica la valorizzazione del patrimonio culturale diffuso come nostro futuro. Davvero è importante che l’Istat riconosca quello che stiamo dicendo da tempo e su cui stiamo lavorando, cioè che investire sul nostro patrimonio culturale, materiale e immateriale significa dare un grande contributo alla crescita del Paese. E’ la vocazione italiana. Se investiamo in questo cresciamo. Il Sud ha molti ritardi ma potenzialità straordinarie e la crescita del nostro Paese, anche nel mio settore, passa attraverso la valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale, paesaggistico, naturale, umano che c’è nel Mezzogiorno”.








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