2015-05-20 08:07:00

Ue: quote migranti non a rischio. A giugno missione antiscafisti


Entro giugno partirà la missione antiscafisti. Lo annuncia Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera Ue, che prevede per il 22 giugno, alla riunione dei ministri degli esteri europei, la definitiva messa a punto dei dettagli. Intanto i paesi europei continuano a scontrarsi sulle quote di distribuzione dei migranti. Francesca Sabatinelli:

Il nodo della missione è al momento, spiega la Mogherini, è quanti uomini e navi si potranno mettere assieme entro giugno. E nel frattempo trapelano indiscrezioni sulla risoluzione Onu che prevedrebbe, come ultima opzione, quella della forza, oltre alla "possibilità di ispezionare, sequestrare e neutralizzare le barche ritenute degli scafisti”. Proprio per parlare di questo la Libia avrebbe inviato un emissario in Europa, confermando la sua “disponibilità a svolgere il ruolo nel controllare la migrazione di massa”. E mentre Renzi insiste sulla necessità di recuperare il barcone affondato tra Libia e Malta, con a bordo ancora i corpi dei migranti, resta fermo il no di alcuni Paesi europei ad accettare le quote. Una proposta malsana che incentiva i clandestini, l’ha definita il premier ungherese Orban. Secca la reazione del vicepresidente della commissione Ue, in risposta anche allo stop di Parigi rilanciato ieri dal presidente Hollande: la strategia delle quote, ripete Timmermans, non è a rischio, proveremo a trovare delle soluzioni. Alfonso Giordano, professore di flussi migratori all’Università Luiss di Roma:

R. – Il testo dell’Agenda diceva che la Commissione approvava questa decisione di ripartire le quote dei migranti tra i Paesi europei responsabilmente e che poi la decisione sarebbe stata sottoposta ai governi europei. E quindi, una volta ammessa questa condizione, e si doveva farlo, è evidente che questo tipo di testo lo si presenti poi al giudizio degli Stati. E’ bastato che qualcuno avesse più “faccia tosta” di dire: non sono d’accordo, che poi pian piano altri Paesi si sono accodati. E purtroppo, questo va detto, si stanno rivelando tutti gli interessi puramente egoistici e anche un po’ stupidi dei Paesi europei, perché poi alla fine questi migranti arrivano in ogni caso e nessun tipo di barcone o di parata militare potrà fermarli. Quindi, meglio prendere decisioni consapevoli, coordinate, perché poi il problema non è solo dell’Italia, è anche degli altri Paesi. C’è anche una mancanza di fiducia nei confronti degli altri Paesi: c’è egoismo e c’è mancanza di fiducia. Una situazione abbastanza drammatica, perché tradisce un momento di cooperazione che si era pure trovata, appunto, con quel testo.

D. – Schulz ha detto: “Ci vuole lo sforzo di solidarietà complessiva. Questa accoglienza non deve essere asimmetrica”. Quanto la volontà europea potrà imporsi sulla volontà dei singoli Stati?

R. – Non è solo un problema di accoglienza, è anche e soprattutto un problema di relazioni esterne con quei Paesi (di origine dei migranti - ndr). Quindi, non basterà solo pattugliare le coste e salvare vite, ovviamente cosa importantissima, ma bisognerà risolvere i problemi a casa dei migranti e quindi regolarizzare un po’ il flusso, cosa che sarà molto difficile nei prossimi anni. Quale potrebbe essere l’autorevolezza delle istituzioni europee? Al momento, come si vede, non c’è perché quel testo viene smentito dagli egoismi nazionali. Federica Mogherini (Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza - ndr) si è recata più volte da Obama sperando appunto in un intervento, che dovrebbe esserci, dell’Onu e che dovrebbe autorizzare un certo tipo di operazioni da parte della Commissione europea, e quindi poi delle forze navali dei Paesi congiunti. Questo tipo di soluzioni, che quindi non vengono più solo dalla Commissione europea ma anche dalle Nazioni Unite, con il peso che queste ultime possono avere, potrebbero eventualmente mettere i Paesi di fronte a una responsabilità. I partner, sia militari che politici che diplomatici, condividono le preoccupazioni italiane. Il problema è che è difficile spiegarlo alle proprie opinioni pubbliche. Ecco quindi che è fondamentale il ruolo dei media nel trasferire notizie più corrette e meno allarmistiche su quello che è il flusso dei migranti. Perché è un fenomeno che è molto facilmente populistico e reso populistico anche dai responsabili politici.

 

 

 

 

 

 








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