2015-05-22 13:02:00

Giornata Mondiale della Biodiversità per uno sviluppo sostenibile


Con tavole rotonde e altre numerose iniziative si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata internazionale della diversità biologica, promossa dalle Nazioni Unite. L’evento ricorre nel giorno in cui, nel 1992, a Nairobi, è stata stilata la Convenzione sulla diversità biologica, poi sottoscritta da molti Paesi nella successiva Conferenza di Rio De Janeiro. Quest’anno le differenti manifestazioni declineranno il tema “Biodiversità per lo sviluppo sostenibile”. Il servizio di Eugenio Murrali:

Facile dire “biodiversità”, una parola che, però, porta in sé tanti significati. Il termine si riferisce infatti alla ricchezza della natura, con il suo numero a tutt’oggi inafferrabile di specie animali e vegetali, ma biodiversità è anche cultura umana, varietà paesaggistica e alimentare. La perdita di questo tesoro, con i suoi ecosistemi, oltre a creare un enorme danno economico mette a serio rischio quelli che gli scienziati chiamano i “servizi della natura”: la purezza dell’aria e dell’acqua, la regolazione del clima e delle maree, l’equilibrio della flora e della fauna. Solo in Italia negli ultimi anni, sono state dichiarate estinte sei specie di vertebrati su 672, mentre 161 sarebbero in pericolo. Delle risorse della biodiversità e di quanto il mosaico della vita sia messo a repentaglio dalla loro diminuzione ci parla l’ecologo Carlo Blasi, professore dell’Università La Sapienza di Roma: 

R. - Ci sono 25 hotspot di biodiversità e sono le zone tropicali, nell’area mediterranea, tutte quelle zone dove fa caldo e piove molto. Quando dalla fascia tropicale si va verso il nord del pianeta, logicamente, c’è un trend di riduzione di biodiversità. Noi abbiamo un problema fortissimo in questo momento che è l’aumento delle aree urbane: questi agglomerati urbani, se non vengono governati, logicamente rappresentano un grosso problema per la biodiversità. Poi grossi problemi li abbiamo in tutte le zone ad altissima biodiversità, come sono le foreste tropicali e le foreste pluviali, dove l’uomo cerca di anteporre altro all’importanza della conservazione della biodiversità, che ci potrà dare dei servizi straordinari... Pensi solo in campo medico quante cose si stanno scoprendo e quanto ancora conosciamo poco la nostra biodiversità. Distruggere quegli ecosistemi a vantaggio di produzioni di legname o produzioni di coltivazioni semplici - come caffè, canna da zucchero, eccetera - è un pericolo terribile. L’inquinamento delle acque è un altro grandissimo problema nei confronti della perdita delle biodiversità.

D. - L’estinzione di specie animali e vegetali a cosa espone il pianeta e l’uomo?

R. - Gli ecologi sanno che nel mondo tutti sono molto utili. Tutti. Che sia un topolino, un orso… Nel nostro Pianeta e nel nostro ecosistema non c’è niente o nessuno che non serva a niente. Il messaggio che viene dalla natura è interessantissimo: grande solidarietà e grande competizione. In molti casi, oggi, noi perdiamo flora e fauna, perdiamo delle specie e non sappiamo neanche cosa abbiamo perso come possibilità applicativa. Faccio un esempio per capire meglio. In campo agricolo, in questo momento, siamo tutti molto preoccupati della riduzione del numero della api: le api sono fondamentali per l’impollinazione e quindi, se noi vogliamo le mele, ci deve essere qualcuno che porti ed eserciti questa attività di favorire l’impollinazione. Perdere specie significa ridurre la qualità dei servizi della natura, perché questi due elementi non vanno mai separati: biodiversità e servizi per la natura. Tutti mi chiedono cosa si possa fare per il cambiamento climatico, io rispondo sempre: “Teniamo alta la biodiversità”. Ogni volta che riduciamo la biodiversità, rendiamo il sistema più fragile, ogni volta che aumentiamo la biodiversità, lo rendiamo più forte.

D.- L’Expo di Milano ha posto molto l’accento sulla biodiversità; anche lei parteciperà alle manifestazioni. Su cosa volete insistere?

R. – Tutti punteranno l’attenzione sull’esigenza di conservare la biodiversità e di conservarne anche i servizi. In più, però, Expo dirà una cosa ulteriore: dobbiamo conservare la biodiversità, dobbiamo garantire un’alimentazione sana e non basta sana: un'alimentazione sana e coerente con le caratteristiche dei luoghi.

D. – Si stanno facendo passi avanti nella conservazione della diversità biologica?

R. – Mediamente nel mondo si registrano delle cose positive, però purtroppo non dappertutto, perché la conservazione della biodiversità è molto legata alla sviluppo della pace nel mondo. La Convenzione mondiale di Rio – la Cbd, sulla diversità biologia – del ’92 parlava di approccio ecosistemico, ma parlava anche di una distribuzione equa delle risorse. Non possiamo pensare di conservare la biodiversità, se i popoli sono in guerra, se ai popoli si portano via le loro risorse.








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