2015-05-24 10:33:00

Irlanda: vittoria del 'sì' al referendum sulle nozze gay


Alla Chiesa cattolica d'Irlanda “occorre un esame di realtà a tutto tondo”. Così l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, commenta la vittoria del ‘sì’ al referendum che permette nel Paese il matrimonio tra persone dello stesso sesso. A favore hanno votato più 1,2 milioni di irlandesi, cioè il 62 per cento degli elettori che si sono recati alle urne. I 'no', invece, sono stati 734 mila. Ora ci si interroga sugli effetti della misura. Eugenio Bonanata ne ha parlato con il senatore indipendente Ronan Mullen, contrario all’iniziativa:

R. – Le unioni civili sono state il primo passo ma l’obiettivo era il matrimonio. Una volta che il Parlamento ha introdotto anche l’adozione, è stato più facile fare accettare questi cambiamenti. Quasi il 40 per cento della popolazione ha votato ‘no’. I media stanno presentando questa come una vittoria per i diritti umani e la strategia di questa campagna referendaria è stata proprio il rappresentare il voto come riguardante solo l’amore e i sentimenti senza considerazione per i bambini.

D. – Come cambia il concetto di famiglia adesso?

R. – Secondo la Costituzione, la famiglia è fondata sul matrimonio. Ora che è cambiato il concetto di matrimonio, ci saranno ripercussioni sul diritto di famiglia. Ad esempio, non sarà più possibile vietare l’accesso alla maternità surrogata a coppie di uomini, se avere i figli è un diritto costituzionale.

D.  – Quali saranno le conseguenze di questo referendum in Europa?

R. – Poiché siamo il primo Paese ad introdurre il matrimonio omosessuale tramite voto popolare, questo sarà presentato a livello internazionale come una grande vittoria per il movimento omosessuale. Purtroppo avrà conseguenze in altri Paesi, che ci prenderanno come esempio.

D. – A questo punto chi come lei finora ha sostenuto le istanze della famiglia naturale come farà valere la propria voce?

R. – Durante la campagna molti hanno apprezzato le nostre argomentazioni e condiviso i nostri valori. Tanti hanno votato per il ‘no’ e ora dobbiamo costruire insieme un grande movimento a difesa della famiglia. Nessun partito irlandese ha difeso il ‘no’ e tanti elettori non si sentono rappresentati dalla classe politica.








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